Appartamento Borgia: differenze tra le versioni

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Nel corpo quattrocentesco dei Palazzi Vaticani edificato sotto [[Niccolò V]], [[papa Alessandro VI]], [[al secolo]] [[Rodrigo Borgia]], fece rinnovare e abbellire sei grandi stanze, aggiungendo anche una torre, che in seguito fu ribassata e trasformata. I lavori di decorazione interna vennero affidati al Pinturicchio, che procedette con una notevole solerzia, grazie a un articolato gruppo di collaboratori, iniziando nell'autunno [[1492]] e terminando, forse già in sua assenza, nel [[1494]]. Si trattò dell'impresa più impegnativa della carriera del pittore, un progetto artistico così vasto ed ambiziosamente unitario che non aveva precedenti nell'Italia rinascimentale, fatta eccezione per il ciclo della [[Cappella Sistina]]<ref name="A192">Acidini, cit., pag. 192.</ref>.
 
Il risultato fu uno scrigno di decorazioni preziose e raffinate, in cui baluginano continuamente i riflessi dell'oro su pareti e soffitti, legato al retaggio del [[gotico internazionale]] fuso con la sovrabbondanza del gusto ispano-moresco legato alle origini [[valencia]]ne del committente<ref name="A192"/>. Il programma iconografico fondeva la dottrina cristiana con continui richiami al gusto archeologico allora in voga a Roma, e fu quasi sicuramente dettato dai letterati della corte papale, quali [[Annio da Viterbo]], maestro di Palazzo di Alessandro VI, [[Paolo Cortesi]], successore del [[Bartolomeo Sacchi|Platina]] alla [[Biblioteca vaticana]], e forse [[Francesco Colonna (scrittore)|Francesco Colonna]], autore del testo ermetico ''[[Hypnerotomachia Poliphili]]''<ref name="A193">Acidini, cit., pag. 193.</ref>.
 
[[File:Appartamento borgia, 09.JPG|thumb|left|Pavimenti in maioliche spagnole]]
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Anche la successiva ''Adorazione dei pastori'', molto restaurata, ha un piglio fiorentino, che ricorda le opere del [[Ghirlandaio]], come nei pastori che si affacciano per curiosare nella capanna, e di [[Botticelli]], come i tre angeli cantori il cui dinamismo sembra anticipare la ''[[Natività mistica]]'' (1500). Si è fatto il nome di [[Bartolomeo di Giovanni]], aiuto nella bottega del Ghirlandaio. A lui è attribuita anche la successiva ''Adorazione dei Magi'', dalle figure un po' pungenti dove si registra un'influenza dei modi capricciosi di [[Filippino Lippi]]<ref name="A202"/>.
 
La ''Resurrezione'' è impostata su uno schema del [[Perugino]], reso però più dinamico dallo scalare dei piani e dalle pose delle guardie deste o addormentate, e contiene l'unico ritratto di Alessandro VI del ciclo, inginocchiato di profilo a sinistra ai piedi del sarcofago scoperchiato, sicuramente di mano di Pinturicchio<ref name="A204">Acidini, cit., pag. 204.</ref>. Sontuoso è il [[piviale]] papale, incrostato di gemme dallo splendore ieratico delle icone bizantine. Alcuni hanno ipotizzato che i tre soldati contengano i ritratti dei tre figli maschi del papa ([[Giovanni Borgia (Duca di Gandia)|Giovanni]], [[Cesare Borgia|Cesare]] e [[Goffredo Borgia|Goffredo]])<ref>Carli e Todini.</ref>, ma la critica più recente tende a scartare l'ipotesi<ref name="A204"/>.
 
''Ascensione, Pentecoste'' e ''Assunzione di Maria'' sono infine opere per cui il maestro ricorse a un largo impiego di assistenti; i nomi più frequenti per queste opere sono [[Tiberio d'Assisi]] e il [[Antonio del Massaro|Pastura]]. L<nowiki>'</nowiki>''Assunzione e consegna della cintola'' è la migliore delle tre scene, dipinta con grande cura e impreziosita da numerose incrostazioni di pastiglia dorata; l'uomo inginocchiato a destra è di solito identificato come [[Francesco Borgia]], cugino del papa e suo tesoriere dal [[1493]]<ref name="A204"/>.
 
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