Lavrentij Pavlovič Berija: differenze tra le versioni

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Le accuse di violenza sessuale contro Berija vennero mosse la prima volta in un discorso del Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista, [[Nikolaj Šatalin]], al plenum del comitato del 10 luglio 1953, due settimane dopo l'arresto di Berija. Šatalin disse che Berija aveva avuto relazioni sessuali con numerose donne e che aveva contratto la [[sifilide]] come risultato di rapporti con [[prostituzione|prostitute]]. Šatalin fece riferimento a una lista (tenuta dalle guardie del corpo di Berija) di oltre 25 donne con cui Berija aveva avuto relazioni fisiche. Col tempo, comunque, le accuse divennero più drammatiche. Chruščёv, nelle sue memorie pubblicate postume, scrisse: "Ci venne data una lista di più di 100 nomi di donne. Vennero trascinate da Berija dai suoi uomini. Ed egli aveva in serbo lo stesso scherzo per tutte: a tutte quelle che arrivavano alla sua casa, Berija faceva un invito a cena e proponeva di bere alla salute di Stalin. E nel vino, mescolava alcune pastiglie di sonnifero...".
 
Negli [[anni 1980|anni ottanta]], iniziarono a venire rese pubbliche le storie degli abusi sessuali di Berija su ragazze adolescenti. [[Anton Antonov-Ovseenko]], che scrisse una biografia di Berija, disse in un'intervista: "Di notte percorreva le strade di Mosca in cerca di ragazze adolescenti. Quando ne vedeva una che stuzzicava la sua fantasia faceva sì che le sue guardie la accompagnassero a casa sua. Talvolta faceva sì che i suoi scagnozzi gli portassero cinque, sei o sette ragazze. Le faceva spogliare, ad eccezione delle scarpe, e le costringeva a disporsi in cerchio, a gattoni, con le teste vicine. Egli camminava attorno a loro in vestaglia, ispezionandole. Quindi ne prendeva una per le gambe e la trascinava fuori per violentarla. Lo chiamava il gioco del fiore".<ref>Si veda [http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2003/12/23/wruss23.xml un servizio] a tal proposito del periodico britannico ''[[The Daily Telegraph]]'', del dicembre 2003.</ref>
 
Fin dagli [[anni 1970|anni settanta]], i moscoviti hanno raccontato storie di ossa ritrovate nel cortile, nella cantina o nascoste nei muri dell'ex-residenza di Berija, che oggi funge da ambasciata della [[Tunisia]]. Il quotidiano [[Londra|londinese]] ''[[The Daily Telegraph|Daily Telegraph]]'' riportò nel dicembre [[2003]]: "L'ultimo orribile ritrovamento - un grosso femore e alcune ossa di una gamba, più piccole - avvenne solo due anni fa, quando venne ripiastrellata una cucina. Nel seminterrato, Anil, un indiano che ha lavorato all'ambasciata per 17 anni, mostrò un [[sacchetto di plastica]] con ossa umane che aveva trovato nelle cantine".
 
Tali rapporti sono trattati con scetticismo da alcune persone a lui vicine, come suo figlio Sergo Berija e un ex capo dei servizi segreti sovietici, [[Pavel Sudoplatov]], che negarono queste accuse etichettandole come strumentalizzazione politica.