Mauro Scoccimarro: differenze tra le versioni

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Nato in una famiglia nazionalista, durante la [[Prima guerra mondiale]] sostenne le posizioni dell'[[interventismo]] e si arruolò negli [[alpini]] col grado di sottotenente: la barbarie del conflitto lo convinse a passare dalla parte del [[pacifismo]] nonostante la sua decorazione al valor civile e militare e la sua promozione a capitano del [[Regio esercito]].
 
Nel [[1917]] si iscrisse al [[Partito Socialista Italiano]] per poi staccarsene nel [[1921]], allorché venne fondato il [[Partito Comunista Italianod'Italia]], cui Scoccimarro aderì. Direttore del quotidiano [[marxismo|marxista]] "''Il lavoratore friulano''", egli divenne insieme ad [[Antonio Gramsci]] il più autorevole dirigente del PCI durante l'omicidio di [[Giacomo Matteotti]]. Con il politico e filosofo sardo fu rappresentante dei comunisti italiani alla [[Internazionale Comunista|Terza Internazionale]].
 
Arrestato nel [[1926]] a [[Milano]] per attività antifascista, Scoccimarro venne condannato dal [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Tribunale Speciale]] a vent'anni di carcere. Nel 1937 la pena fu commutata nel [[confino]],<ref>Commissione di Roma, ordinanza del 5.4.1937 contro Mauro Scoccimarro e altri ("Dirigenti comunisti - alcuni di primissimo piano come Terracini, Scoccimarro e Frausin - e l'anarchico Vatteroni, coinvolto nell'attentato Lucetti, sono confinati dopo aver scontato lunghe pene detentive"). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943'', Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 1402</ref><ref>Commissione di Littoria, ordinanza del 13.3.1942 contro Mauro Scoccimarro e altri ("Al termine della pena precedente riassegnati per la loro pericolosità politica"). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943'', Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 1305</ref> che egli scontò principalmente a [[Ponza]] e sull'[[Isola di Santo Stefano]]<ref>L'isola è compresa nel territorio del comune di [[Ventotene]]</ref>. {{citazione necessaria|Liberato dai partigiani comunisti}} il 17 agosto del 1943, partecipò alla [[Resistenza italiana|Resistenza]] e fu uno dei membri più importanti del centro del partito a Roma.