Manwë: differenze tra le versioni

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Manwë fu un Guardiano gentile e misericordioso, estraneo al proprio potere, tanto da non riuscire a comprendere la malvagità sotto la forma di suo fratello. Rilasciò infatti Melkor da [[Mandos]], permettendogli così di causare la diffidenza di [[Fëanor]], l'avvelenamento dei [[Due Alberi]], l'uccisione di [[Finwë]], il ratto dei [[Silmaril]] e la rivolta dei [[Noldor]]. In seguito, per preservare la luce dei Due Alberi fece realizzare da [[Aulë]] il [[Sole (Terra di Mezzo)|Sole]] e la [[Luna (Terra di Mezzo)|Luna]], anche perché sapeva dell'avvicinarsi del risveglio degli [[Uomini della Terra di Mezzo|Uomini]], e per lo stesso motivo mandò [[Thorondor]] e le Aquile, suoi servitori, a proteggerli. {{sf|Dopo la caduta di Morgoth, fu Manwë a gettarlo nel vuoto senza tempo al di là dei confini di [[Eä]].}}
 
Se Manwë è in compagnia di Varda sul monte [[Taniquetil]], nulla su Arda può sfuggire alla sua vista, e nessun suon può sfuggire all'udito di Varda; gli uccelli gli recano notizia. {{sf|Le sue trombe hanno un rumore fragoroso e in esse vi è grazie al suo spirito e alla sua magia un'eco della [[Musica degli Ainur|Grande Musica]]. È inoltre un grande pensatore e oratore, come dimostra il discorso creato da lui al fine di ingannare Melkor}} {{chiarire|nella guerra che precedette l'Incatenamento}}. {{sf|Il suo carro da guerra è trainato da due dei più candidi cavalli di [[Oromë]], e utilizza un arco che con le sue frecce crea tempesta. Da Manwë, gli elfi appresero canti, poemi e poesie. Egli solo, insieme a Mandos, sapeva dove si recava l'anima degli Uomini dopo la morte}} e viene detto che solo Manwë in una certa misura poteva concepire le opere di [[Fëanor]] o altre che le eguagliassero.
 
Dopo la sconfitta di Morgoth, Manwë interviene nella caduta di [[Númenor]], domandando a Eru di fermare gli uomini di [[Ar-Pharazôn]] che invadono [[Aman]]. In seguito egli tiene sotto controllo (e in parte ostacola) [[Sauron]] attraverso le Aquile e l'invio degli [[Istari]] (in particolare di [[Gandalf]]/Olórin, quello di cui si fidava di più) durante la [[Terza Era]]. Nei ''Racconti incompiuti'' Tolkien parla infatti della costante preoccupazione di Manwë per la Terra di Mezzo anche dopo che Valinor venne tolta dai cerchi di Arda, in quanto egli vedeva in Sauron "una lenta minaccia".<ref>J.R.R. Tolkien, ''Racconti incompiuti'', capitolo "Gli Istari"</ref>