Magister officiorum: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
stemma
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: spazi attorno alle parentesi
Riga 23:
* '''scrinium epistolarum Graecarum,''' trattava i documenti in greco e la traduzione dei documenti latini in greco.
 
Un altro importante compito trasferito all'ufficio da Costantino era la supervisione degli agenti in rebus, un corpo di messaggeri fidati che fungevano anche da controllori dell'amministrazione imperiale. Soprattutto questo controllo dei temuti agenti, o magistriani, come erano conosciuti colloquialmente, conferiva all'ufficio un grande potere. L'ufficio aumentò rapidamente di importanza: inizialmente classificato come tribunus, alla fine del regno di Costantino il magister fu un completo arrivato. I poteri dell'ufficio furono ulteriormente rafforzati nel 395, quando l'imperatore Arcadio (395-408) rimosse la sfera pubblica la guardia del palazzo (Scholae Palatinae) e gli arsenali imperiali ( fabricae) dalla prefettura del pretorio e li inglobò al magister officiorum. A partire dal [[443]] il ''magister officiorum'' ha anche giurisdizione legale sui ''[[limitanei]]'', i soldati delle truppe di frontiera. Questi ultimi cambiamenti si riflettono nel [[Notitia dignitatum|Notitia Dignitatum]], un elenco di tutti gli uffici compilati, circa 400. Ad un certo punto del V secolo, il magister orientale assunse anche l'autorità sulle guardie di frontiera o sui limitanei.
 
Nel corso del tempo, l'ufficio ha anche assunto il coordinamento degli affari esteri (già nel tardo quarto secolo, i traduttori ufficiali e gli interpreti erano sotto il controllo del magister officiorum per questo motivo), e in Oriente, il Notitia registra la presenza di quattro segretari incaricati del cosiddetto "Agenzia dei Barbari" sotto la supervisione del magister. Uno dei più importanti magister fu [[Pietro Patrizio]], che mantenne la carica dal 539 al 565 e intraprese numerose missioni diplomatiche in questo ruolo per l'imperatore [[Giustiniano I]] (527-565). L'ufficio fu anche conservato in Italia ostrogotica dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, ed era detenuto da eminenti senatori romani come [[Severino Boezio|Boezio]] e [[Cassiodoro]].