Storia della Sicilia islamica: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Aggiunte informazioni
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
m Annullate le modifiche di 93.44.99.239 (discussione), riportata alla versione precedente di InternetArchiveBot
Etichetta: Rollback
Riga 174:
Palermo (''Balarm'') fu designata capitale in quanto residenza dell'[[Emiro]], ebbe un notevole sviluppo urbanistico divenendo potente e popolosa. [[Ibn Hawqal]], mercante e geografo nel [[X secolo]] nel suo ''Viaggio in Sicilia'' parla di Palermo come città dalle "trecento moschee".<ref>È evidente che nel computo erano comprese tanto le grandi [[moschee]] quanto i più semplici e piccoli [[oratori]].</ref> Nonostante questo la maggioranza della popolazione non si convertì all'Islam.
====L'economia====
Secondo un'anticala criccamaggioranza didegli storici oggi smentita, [[Michele Amari|Amari]] in testa, la Sicilia, con la conquista, rifiorì sia economicamente che culturalmente e godette di un periodo lungo di prosperità. Vennero introdotte tecniche innovative nell'agricoltura, in particolare nel Val di Mazara, e abolita la monocoltura del grano che risaliva al tardo impero, si passò alla varietà delle coltivazioni. Fu anche frantumato il latifondo. Nel commercio l'isola fu inserita in un'estesa rete marittima, divenendo il punto nevralgico degli scambi mediterranei.
 
In [[agricoltura]] si diffuse la coltivazione dei cereali, vite e olivo che era una coltivazione asciutta e non richiedeva irrigazione. Le nuove piante introdotte come l'arancio, il limone, la canna da zucchero, il papiro e gli ortaggi necessitavano di irrigazione. Ciò fa intuire un apporto soprattutto locale piuttosto che arabo in quanto pur essendo prodotti provenienti dai paesi limitrofi, gli arabi e i berberi non possedevano le stesse capacità dei romani, quanto al trasporto dell'acqua. A meno di non considerare un contributo specifico di tecnici persiani, che possedevano un'ottima tradizione rispetto ai popoli del Nord Africa.
Ma come già detto, tutto ciò ci viene tramandato solo per motivi ideologici da storici di idee illuministe e giacobine, dunque anticristiani e islamofili, ben distante dai fatti e dalla verità storica.
 
==== L’amministrazione ====
L'emiro era a capo dell'esercito, dell'amministrazione, della giustizia e batteva moneta. È anche assai probabile che a Palermo fosse attivo un ''[[tiraz|ṭirāz]]'', laboratorio in cui le autorità sovrane facevano creare tessuti di grande pregio (spesso concessi in segno di apprezzamento ai propri sudditi per premiarli della loro opera o come dono di Stato nel caso dell'invio o del ricevimento di ambascerie straniere). L'Emiro - che risiedeva nell'odierno [[Palazzo dei Normanni|Palazzo Reale]] - nominava i governatori delle città maggiori, i giudici (''[[qadi|qāḍī]]'') più importanti e gli arbitri in grado di dirimere le controversie minori fra privati (''[[hakam]]''). Esisteva anche un’assemblea di notabili detta ''giamà’a'' che affiancava e in alcuni casi sostituiva l’emiro nelle decisioni.<ref name=":1" />