Un uomo un'avventura: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
No2 (discussione | contributi) →Elenco dei volumi: - link rosso: non enciclopedico |
|||
Riga 88:
|-
|6||''[[L'uomo del Klondike]]'' ||aprile [[1977]] || [[Alarico Gattia]] || Alarico Gattia
|L'album è ambientato a fine '800, durante la [[Corsa all'oro del Klondike|grande corsa all'oro]] del [[Klondike]].
Joe Connery è un tranquillo impiegato di [[San Francisco]], che in seguito ad un'infezione polmonare si trasferisce per qualche tempo in [[Alaska]] per beneficiare del buon clima della regione. Una volta guarito decide però di stabilirsi in quelle terre solitarie e inospitali, di cui si è innamorato, per dedicarsi alla ricerca dell'oro, all'epoca una delle attività più popolari della zona.
Joe si trasferisce pertanto a [[Fort Yukon]], dove conosce altri cercatori, tra i quali il vecchio Sam. Costui cerca un robusto compagno di spedizione: egli conosce infatti l'ubicazione di un ricchissimo filone d'oro, troppo lontano tuttavia per poterlo raggiungere da solo, alla sua età. I due si mettono d'accordo e assoldano dunque un'esperta guida indiana, Tanaka, con il quale partono alla volta del [[Klondike (fiume)|Klondike]], per un viaggio lungo e faticoso. Giunti sul luogo, tuttavia, si accorgono ben presto che la quantità di biondo metallo li ripagherà di tutte le sofferenze patite.
Sam decide a questo punto di tornare a Fort Yukon per fare provviste e registrare la concessione, ma alla locanda del paese si vanta di aver scoperto un giacimento ricchissimo, attirando su di sé le invidie degli altri cercatori. Nel frattempo, Joe e Tanaka, rimasti nei pressi dello scavo, devono affrontare il rigido inverno del Klondike: l'assenza di cibo e di selvaggina li precipita in condizioni terribili e Tanaka, vinto dagli stenti, muore. Passati due mesi Sam è finalmente di ritorno al campo base, ma poco prima di ricongiungersi con Joe viene abbattuto da tre cercatori che in segreto gli stavano alle calcagna. Joe reagisce prontamente: a seguito di una furiosa sparatoria, li uccide a loro volta.
Anni dopo, l'Alaska è stata trasformata dalle compagnie minerarie, e Joe connery è un ricchissimo proprietario di giacimenti auriferi. E tuttavia, si sente irrimediabilmente triste e amareggiato per aver contribuito in modo determinante a distruggere quel luogo che tanto amava.
|-
|7||''[[L'uomo del Messico]]'' ||maggio [[1977]] || Decio Canzio || Sergio Toppi
|Le vicende raccontate si svolgono in [[Messico]], nel corso del [[1914]], quando nel Paese ancora infuriava la [[Rivoluzione messicana|rivoluzione armata]] portata avanti principalmente dai leader militari [[Emiliano Zapata]] e [[Pancho Villa]].
|▼
Holly McCallister è un giovane [[Cinegiornale|cinereporter]] americano, al seguito del plotone di Villa per documentarne le leggendarie imprese. Un giorno di maggio il gruppo si imbatte, dopo l'assalto a un treno, in un agente segreto statunitense, Jimmy Nolan. Costui porta con sé una missiva del governo americano, nella quale si afferma che gli Stati Uniti sono disposti a fornire appoggio logistico per la causa dei rivoluzionari. Villa, uomo grossolano e non particolarmente accorto, non si fida, e decide di portare Nolan con sé fino a [[Cuernavaca]], il quartier generale di Zapata, affinché quest'ultimo giudichi se accogliere o meno la proposta degli americani. Durante il breve viaggio Holly e Jimmy hanno modo di conoscersi, e questi rivela al cinereporter che non crede affatto nella rivoluzione messicana: tuttavia, è costretto a obbedire agli ordini dei suoi superiori.
Zapata, uomo intelligente e riservato, stringe in fretta amicizia con Holly, dopo che il giovane risponde a tono a una provocazione di Villa (che Zapata non rispetta particolarmente). Dopo qualche giorno Emiliano decide di accettare le offerte di Nolan: vuole tuttavia mostrare all'americano la causa per la quale il suo Paese gli sta fornendo appoggio, e quindi lo porta ad assistere alla sanguinosa espropriazione di un'''[[Hacienda#America Latina|hacienda]]''. Quella sera i tre, su proposta di Zapata, decidono di fare una breve passeggiata, e il messicano li porta presso alle spettacolari rovine di [[Teotihuacan]], site lì vicino. Ammaliato dalla bellezza del luogo al chiaro di luna, Holly si perde fra le meraviglie della città, e quando fa per ricongiungersi con i suoi due compagni, scopre Zapata in procinto di uccidere Nolan: questi infatti aveva tentato di assassinare a sua volta, nell'oscurità del luogo, il capo rivoluzionario, dietro ordine dei suoi superiori. Emiliano liquida l'americano e si congeda freddamente da Holly, il quale gli serba grande rancore e poco tempo dopo torna in patria.
Verrà a scoprire cinque anni più tardi, su una spiaggia di [[New York]], della morte di Zapata da un giornale.
|-
|8||''[[L'uomo di Pechino]]'' ||giugno [[1977]] || Gino D'Antonio || [[Renato Polese]]
|''L'uomo di Pechino'' è ambientato nel [[1900]], in [[Cina]], nel corso della violenta [[Ribellione dei Boxer|rivolta dei "Boxer"]]. L'azione si svolge perlopiù nei dintorni di [[Pechino]].
L'ingegnere americano Regan, accompagnato da un distinto capitano militare suo connazionale, sta per raggiungere la capitale: lavorerà infatti a una ferrovia locale, per conto di una ditta statunitense. Regan non nutre grande rispetto per i cinesi, e anzi ritiene che questi dovrebbero ringraziare - e non disprezzare - le numerose imprese straniere impiantate sul suolo cinese, visto che stanno traghettando un Paese arretrato verso la modernità; non di questo parere del capitano, il quale è di idee più concilianti. Il convoglio che li sta portando in città viene fermato dalle prime scintille dell'imminente rivolta portata avanti dai "Boxer", una società segreta di fanatici stanchi delle ingerenze straniere in Cina. Scesi dal treno, Regan e il capitano devono battersi con i rivoltosi per permettere al mezzo di ripartire, rimanendo appiedati e in territorio ostile.
Il capitano viene ferito da alcuni miliziani, ma i due trovano rifugio presso la dimora del ricco principe Ling: costui apprezza la cultura occidentale, ma tuttavia è fermamente convinto della bontà delle azioni dei Boxer, e si scontra verbalmente con Regan, che ritiene che la loro violenza non possa essere giustificata in alcun modo. Quando Ling, segretamente in contatto con i Boxer, rivela loro che questi hanno intenzione di prendere d'assalto le ambasciate internazionali a Pechino, Regan decide di non perdere tempo, e tenta una rocambolesca fuga dalla tenuta con il capitano, dopo aver tramortito il principe.
Nel corso del loro viaggio verso Pechino i due cercano di quietare gli episodi di violenza in cui si imbattono, e salvano anche una fanciulla protestante che stava per essere linciata dalla folla. I tre vengono recuperati da un'imbarcazione giapponese, che li porta in città. Qui Regan ha modo di avvertire le ambasciate, che tentano una disperata difesa contro i Boxer: questi ultimi sono infatti in segreto appoggiati dall'imperatrice [[Cixi]], la quale non fornisce loro apertamente appoggio, ma ha comunque aperto gli arsenali militari, permettendogli così di porre sotto assedio le legazioni.
I giorni successivi vedono Regan e i soldati americani giunti in soccorso delle ambasciate organizzare una resistenza, e occuparsi dei civili, spesso coinvolti loro malgrado negli attacchi dei Boxer. Nel corso di una notte relativamente tranquilla, Regan e un suo compagno cercano di penetrare nelle linee nemiche per mettere fuori gioco un cannone pesante che sta distruggendo gran parte delle abitazioni circostanti, per permettere poi alla retroguardia di penetrare nella zona e reprimere i Boxer. Giunto da solo nei pressi dell'arma, Regan scopre che Ling è passato dalle parole ai fatti, e sta aiutando in prima persona i rivoltosi. Regan fa saltare in aria il cannone, e dopo essersi scontrato con Ling riesce a metterlo K.O. e gettarlo nel fiume.
Nelle lunghe settimane seguenti gli episodi di violenza aumentano sempre di più. Il climax della vicenda si ha quando Regan e il capitano, ormai ristabilitosi, incontrano per caso la giovane protestante che avevano salvato qualche tempo prima, la quale li conduce in casa sua: nella cantina si sentono ormai da giorni rumori sempre più forti, e la ragazza è preoccupata. Regan scopre che i Boxer stanno tentando di costruire una galleria per far saltare in aria l'isolato dal basso, e abbatte l'ormai fragile parete della cantina scoperchiando i rivoltosi che si nascondevano dietro. Fra di essi c'è, di nuovo, Ling: lui e Regan si scontrano, questa volta definitivamente, e si uccidono a vicenda, proprio mentre il capitano giunge con i rinforzi necessari per fermare i Boxer che stanno fuoriuscendo a frotte dalla galleria.
|-
|9||''[[L'uomo del Texas (Bonelli)|L'uomo del Texas]]'' ||settembre [[1977]] || [[Guido Nolitta]] || [[Aurelio Galleppini]]
|L'azione si svolge in [[Texas]], nel [[1887]], durante gli ultimi, sanguinosi giorni delle [[Guerre indiane|guerre indiane]].
|▼
Un gruppo di banditi assalta la banca della piccola cittadina di Little Creek. La rapina è un successo, ma durante la fuga questi vengono coinvolti in una breve sparatoria con le autorità locali, a seguito della quale sono costretti a dividersi. Si rincontrano poche ore dopo in un luogo sicuro per spartirsi il frutto della razzia: il denaro sottratto è tuttavia molto inferiore a quanto speravano, e pertanto uno di loro, Frank, uccide gli altri due per evitare di suddividere ulteriormente il già magro bottino, scaricando i loro cadaveri in un fiume.
In realtà uno dei due, Roy, un fuorilegge intelligente e tutto sommato di buon cuore, non è stato ucciso dai proiettili di Frank, e il suo corpo esanime trasportato dalla corrente viene recuperato più a valle da un distaccamento dell'esercito accampato nella zona. Con sua grande sorpresa, una volta risvegliatosi Roy scopre che il comandante del plotone è il suo vecchio amico Jerry. Costui è venuto a sapere che Roy è uno dei responsabili della rapina di Little Creek, e tuttavia in nome della loro amicizia non lo fa imprigionare e, anzi, gli concede di rimettersi, al sicuro nell'accampamento.
La convalescenza dura poco, e in breve Roy torna in forze. Giusto in tempo perché Jerry gli proponga di unirsi temporaneamente alla squadra, che sta dando la caccia alla tribù [[Cheyenne|cheyenne]] di Falco Nero, uno dei più pericolosi capi indiani della regione, che da anni depreda e mette a ferro e fuoco i villaggi della zona. Roy, che nutre un profondo rispetto per la cultura indiana, accetta, desideroso di vedere in azione uno degli ultimi pellerossa ancora in libertà.
Grande è però la rabbia di Jerry quando scopre che i cheyenne, affamati e stremati dal lungo inverno appena conclusosi, hanno intenzione di recarsi in un forte vicino per consegnarsi alle autorità ed evitare così future persecuzioni: dopo tanto sangue sparso, essi non meritano - sostiene Jerry - il perdono. Decide così, contro ogni buonsenso e umana pietà, di intercettarli e di sterminarli, come da programma. Roy cerca di opporsi a questo folle piano, ma viene messo K.O. dai fedelissimi soldati di Jerry, i quali seguono il loro comandante nella sua impresa. Quando Roy si risveglia, pochi minuti dopo, raggiunge a piedi il luogo dello scontro, e assiste atterrito alla carneficina ancora in atto: sperando di poter fermare l'insensato massacro, cerca nella confusione Jerry e lo uccide con un colpo al cuore. Ma i soldati, dopo essersi accorti dell'assassinio, lo sventrano in preda a furia omicida, e concludono l'opera.
|-
|10||''[[L'uomo delle
|Siamo in [[Egitto]], fra [[Anni 1910|anni Dieci]] e [[Anni 1920|Venti]] del '900.
Bobby Crane, giovane egittologo fresco di laurea, è al [[Il Cairo|Cairo]] per godersi una breve vacanza post-studi. Nel corso dei suoi vagabondaggi per la città si imbatte in Nancy, una bellissima fanciulla maltrattata dal suo amante geloso, un tipo losco di nome Adams: mentre sta assistendo all'ennesimo episodio di violenza fra i due, Bobby si intromette e mette Adams K.O. Scocca fatalmente la scintilla fra lui e la ragazza, la quale abbandona all'istante il vecchio fidanzato e decide di comune accordo di partire con Bobby per una spensierata e un po' folle settimana in giro fra le meraviglie dell'Egitto antico.
Durante il loro ultimo giorno insieme, nel corso di una visita alla [[Valle dei Re]] i due fanno una scoperta fortuita e sensazionale: una tomba risalente al [[Nuovo Regno]], inviolata, con il suo straordinario corredo ancora intatto. Bobby è sul punto di tornare al Cairo per riferire alle autorità del ritrovamento, quando Nancy lo tenta e lo convince a rubare la preziosissima maschera funeraria del faraone ivi seppellito: la rivenderanno nel mercato nero e con il ricavato potranno spassarsela insieme in giro per il mondo.
Nancy torna in città per mettere a punto i preparativi per la partenza, e Bobby, la notte seguente, trafuga il prezioso cimelio: nell'oscurità viene sorpreso da alcuni guardiani, ma il breve inseguimento lo vede uscire vittorioso, e ha così la possibilità di rincontrarsi con Nancy nel luogo stabilito. Una volta arrivato sul posto, tuttavia, ha una sorpresa: la ragazza è infatti accompagnata da Adams, con il quale si è riconciliata. I due tentano di sottrarre la maschera che Bobby porta con sé, ma questi sconfigge, di nuovo, il gangster in un corpo a corpo, e dice addio definitivamente a Nancy. Poi, ravvedutosi, si presenta alle autorità per denunciare la scoperta archeologica.
|-
|11||''[[L'uomo di Pskov]]'' ||novembre [[1977]] || [[Guido Crepax]] || Guido Crepax
|L'album è ambientato nelle campagne che circondano [[Pskov]]. Siamo nel settembre del [[1919]], anno durante il quale ancora infuria in [[Russia]] la [[guerra civile russa|guerra civile]], che vede fronteggiarsi l'[[Armata Rossa]] rivoluzionaria, comandata da [[Lev Trockij|Trockij]], e l'[[Armata Bianca]] controrivoluzionaria, appoggiata dalle potenze europee dell'[[Triplice Intesa|Intesa]] e guidata, fra gli altri, dal generale [[Nikolaj Nikolaevič Judenič|Judenič]].
L'avanguardia dell'Armata Bianca sta liberando la strada al generale Judenič, il quale vuole raggiungere ed espugnare Mosca. Non sono molti, in realtà, i rivoluzionari che combattono nella zona di Pskov; e tuttavia il capitano del distaccamento, Laškevič, per non "fare brutta figura" quando Judenič arriverà, fa fucilare sommariamente molti dei contadini indifesi che abitano la zona. Il suo braccio destro, il giovane tenente Orlov, è sempre più perplesso di fronte alla violenza del suo superiore, ma ciononostante obbedisce puntualmente agli ordini che gli vengono impartiti.
A dir la verità alcuni sbandati dell'Armata Rossa sono effettivamente attivi nella zona. Li guida l'esperto Lev, il quale mostra a Laškevič di che pasta sono fatti lui e i suoi uomini quando fanno saltare in aria alcune mitragliatrici pesanti dei Bianchi nascoste nei dintorni, uccidendo anche i soldati di guardia. La reazione del capitano è ovviamente spietata, ma dal momento che gli assalitori sono nascosti, la rappresaglia guidata dall'insofferente Orlov ancora una volta colpisce i contadini più deboli. Gli uomini di Lev hanno trovato rifugio nel ben protetto casolare di due giovani donne simpatizzanti dei Rossi. Uno di loro, Osip, è però in segreto un agente dell'[[Ochrana]], la polizia zarista, e quando avvista due degli uomini di Laškevič si avvicina e mostra loro la posizione del rifugio. Lev scopre il doppio-gioco di Osip e gli spara, ma è troppo tardi.
In un ultimo, disperato tentativo di resistenza lui e i suoi uomini caricano contro i Bianchi, che hanno cinto il casolare d'assedio: ne massacrano molti, ma vengono tutti abbattuti. Dopo la battaglia Laškevič, mentre perquisisce il casolare, scopre le due donne che avevano prestato ai Rossi ospitalità e le fa portare all'aperto, ordinando a Orlov - del quale da tempo dubita la lealtà - di ucciderle sul posto. Per tutta risposta Orlov, con il volto impassibile, spara al suo capitano.
L'album si conclude con la sommaria esecuzione del sergente Aleksei Orlov, privato del rango e fucilato alla schiena da dieci soldati.
|-
|12||''[[L'uomo di Chicago]]'' ||dicembre [[1977]] || [[Alfredo Castelli]] || [[Giancarlo Alessandrini]]
|Le vicende si svolgono a [[Chicago]], nel [[1929]]. Sono gli ultimi anni del [[proibizionismo]], che ha visto un proliferare di attività illegali gestite da potenti gangster come [[Al Capone]] e [[Johnny Torrio]]. All'inazione delle forze dell'ordine, incapaci di far fronte alla violenza con cui i criminali gestiscono i propri affari, fa seguito la nascita di numerosi gruppi di ''[[Giustiziere (personaggio immaginario)|vigilantes]]'', che cercano di farsi giustizia da soli per proteggere sé stessi e i propri concittadini. Alfredo Castelli prende in esame uno dei più celebri gruppi di giustizieri, i Secret Six, la cui storia è tutt'oggi oscura e permette ampi margini di speculazione.
La cantante Sugar Malone, il sicario Lefty, il divo hollywoodiano Herman, il pugile fallito Branigan e il falsario Henry sono cinque persone con l'armadio pieno di scheletri. Un misterioso individuo, che non hanno mai visto e del quale conoscono solo la voce, è al corrente di tutti i crimini di cui si sono macchiati in passato, e fa leva su questo per ricattarli e per obbligarli ad aiutarlo nella sua crociata contro il crimine organizzato di Chicago. Costui vuole infatti liberare la città dai gangster che la inquinano, e grazie alle indubbie doti dei suoi cinque collaboratori e alle sue notevoli capacità strategiche sta riuscendo a mettere i criminali gli uni contro gli altri, facendo sì che si distruggano a vicenda. I cinque ricattati, che si sono gettati il passato alle spalle e che vorrebbero cambiare vita, lo aiutano controvoglia, e aspettano solo l'occasione buona per sfuggire dalle sue grinfie.
L'ultimo obiettivo che il misterioso uomo propone loro, nel corso di una riunione nella sua villa, è il fosco Mabuse, un viscido ometto che grazie alla sua intelligenza sta scalando velocemente la scala gerarchica degli ambienti criminali. Mabuse non si macchia mai le mani in prima persona, e riesce ad eliminare i suoi obiettivi grazie ad incidenti e a stratagemmi apparentemente casuali. E così fa anche con Lefty ed Herman, una volta che scopre di essere sorvegliato dai Secret Six. Henry, Branigan e Sugar decidono quindi di giocare d'astuzia, e quando Mabuse si presenta nel locale dove la cantante lavora non si fanno trovare impreparati e cercano di accerchiarlo. Mabuse riesce tuttavia ad uccidere Branigan, non prima di essere ferito da Henry con un proiettile. Sugar e il falsario lo inseguono per mezza Chicago, finché non lo scorgono mentre sta entrando nella villa del loro misterioso capo per ucciderlo. Giunti nello studio, scoprono però che era proprio Mabuse a ricattarli. In fin di vita, costui spiega loro che nel corso della sua crociata si stava accorgendo di stare acquisendo troppo potere e di stare trasformandosi proprio in uno di quei criminali che tanto odiava: perciò aveva incaricato i suoi cinque sottoposti di dargli la caccia. E tuttavia, poiché in fin dei conti amava la vita, non aveva intenzione di arrendersi tanto facilmente.
|-
|13||''[[L'uomo di Tsushima]]'' ||gennaio [[1978]] || [[Bonvi]] || Bonvi
Line 124 ⟶ 170:
|
|-
|17||''[[L'uomo delle
|
|-
Line 131 ⟶ 177:
|-
|19||''[[L'uomo delle nevi (fumetto)|L'uomo delle nevi]]'' ||novembre [[1978]] || Alfredo Castelli || [[Milo Manara]]
▲|
|-
|20||''[[L'uomo della Somalia]]'' ||febbraio [[1979]] || Hugo Pratt || Hugo Pratt
Line 159 ⟶ 203:
|
|-
|28||''[[L'uomo del
▲|
|-
|29||''[[L'uomo del Giappone]]'' ||ottobre [[1980]] || Robert Gigi || Robert Gigi
|