Operazione Barbarossa: differenze tra le versioni

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[[File:Bundesarchiv Bild 101I-185-0137-32, Jugoslawien, Schützenpanzer in Dorf, Zivilisten.jpg|thumb|[[Wehrmacht|Soldati tedeschi]], a bordo di uno [[Veicolo da combattimento della fanteria|schützenpanzer]], entrano in un villaggio [[jugoslavo]]]]
 
L'attacco all'Unione Sovietica era stato originariamente previsto per il 15 maggio [[1941]] ma il colpo di Stato in Jugoslavia aveva convinto Hitler a posporlo, prima al 27 maggio, poi di un mese ancora, fino alla definizione ultimativa della data al 22 giugno.<ref name=church328/> Hitler infatti aveva "convinto", con lusinghe e minacce, la Jugoslavia, governata dal principe reggente [[Paolo Karađorđević|Paolo]] ad aderire al [[Patto Tripartito]] (fra le lusinghe, vi era la promessa di concederle la città di [[Salonicco]]), il che avrebbe consentito, tra l'altro, il passaggio immediato nel suo territorio di truppe tedesche, destinate all'"[[operazione Marita]]", un intervento militare contro la [[Grecia]] volto a prevenire uno sbarco in Grecia di truppe inglesi<ref>William L. Shirer, ''Storia del terzo Reich'', p. 891</ref> e a stabilizzare la precaria situazione dell'alleato italiano. L'adesione venne firmata a [[Vienna]] il 25 marzo.
 
Tuttavia, tre giorni dopo, una rivolta popolare in [[Belgrado]] detronizzò Paolo, che venne esiliato, e mise sul trono il cugino ed erede legittimo [[Pietro II di Jugoslavia|Pietro II]]. Il nuovo governo, diretto dal generale [[Dušan Simović]], interpretando i sentimenti antinazisti di gran parte della popolazione, ritirò l'adesione della Jugoslavia al Patto Tripartito, pur dichiarandosi disposto a sottoscrivere un patto di non aggressione con la Germania.<ref>William Shirer, ''Storia del terzo Reich'', p. 892</ref> Ciò fece infuriare Hitler, che decise di dare una lezione severa alla Jugoslavia: ordinò la distruzione di [[Belgrado]] con la ''Luftwaffe'' (operazione "Castigo"), l'[[invasione della Jugoslavia|invasione militare della Jugoslavia]] ed il suo smembramento come stato, il che comportava necessariamente il differimento dell'Operazione Barbarossa.