Augusto Del Noce: differenze tra le versioni

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===L'interpretazione del fascismo===
 
Sul fascismo e sulla sua interpretazione in stretta relazione al marxismo Del Noce ha dedicato gran parte dei suoi studi e delle sue opere, partendo appunto dalle opinioni comuni e molte volte ideologiche degli storici nei confronti del fascismo e delineando una struttura paradigmatica tanto controversa quanto precisa e fondata. È a partire dalla definizione data dallo storico tedesco [[Ernst Nolte]] di ogni movimento fascista come «resistenza contro la trascendenza», intesa come trascendenza storica e non metafisica, che Del Noce sottolinea la continuità fra questo serio giudizio e la ''[[communis opinio]]'' del fascismo come movimento reazionario, per questo tradizionalista e [[nazionalismo|nazionalista]], e per converso di ogni forma di tradizionalismo e di nazionalismo come rimando implicito e forse inconscio al fascismo. Di questo Del Noce fa una critica serrata, facendo notare innanzitutto le origini culturali dei due fondatori del fascismo, cioè [[Giovanni Gentile|Gentile]] e [[Benito Mussolini|Mussolini]], come antitetiche rispetto a ogni forma di politica reazionaria, tradizionalista e nazionalista e come invece affini rispetto al socialismo, del quale Mussolini in particolare fu un esponente. Si noti che l'obiettivo che Del Noce intende colpire e abbattere è quella generale concezione del fascismo come momento singolare e controcorrente rispetto all'intera storia moderna, dalla rivoluzione francese in poi, mentre ciò che intende mostrare è la continuità quasi necessaria che è posta fra l'hegelismo, il marxismo e il fascismo come tre momenti dell'unico processo di secolarizzazione. Il filosofo inizia quindi dall'analisi della figura storica di Mussolini e della sua formazione culturale, notando il suo giovanile [[anticlericalismo]], il suo spontaneo confluire nel socialismo, e il seguente superamento di quest'ultimo per l'evoluzione fascista del suo pensiero. È in particolare sul concetto di «rivoluzione» che Del Noce pone l'accento, essendo questo un concetto base del marxismo che però, attraverso l'incontro mussoliniano con la tedesca «[[pensiero di Hegel|filosofia dello Spirito]]» risorgente in Italia, dovette radicalmente trasformarsi e portarsi dal livello sociale della «classe» a quello personale del «soggetto». È insomma -per Del Noce- l'incontro intellettuale di Mussolini con la filosofia di Giovanni Gentile ad aver reso necessaria la trasformazione della rivoluzione in un senso non più [[finalismo|finalistico]] o [[escatologia|escatologico]] (come era nel marxismo puro, il cui fine è appunto la società comunista) ma in un senso propriamente attivistico e ''lato sensu'' [[solipsismo|solipsistico]], in termini gentiliani cioè [[attualismo (filosofia)|attualistico]]. Con ciò Del Noce può connettere la psicologia di Mussolini con il vero e proprio [[formalismo]] pratico del fascismo, il quale non aveva in realtà alcun contenuto definito, ma proclamava bensì una ''forma'' di azione tanto vaga e generale da poter attrarre a sé ogni sorta di ceto sociale (anche il [[proletariato]]) e di frangia ideologica, in alcuni momenti persino quella marxistica. Il concetto di «rivoluzione» infatti contiene in sé già un termine finale ben preciso verso cui lo stato attuale del mondo andrebbe ''rivoluzionato'', mentre nella politica fascista il termine rivoluzione deve necessariamente essere sostituito dal termine «[[riforma]]» (si pensi appunto alla [[riforma Gentile]]) in senso non più tradizionale, cioè come ri-formare ciò che è stato de-formato, bensì in senso creazionale, cioè come dare una nuova forma (indefinita) alle antiche cose, perciò rimane un concetto molto affine a quello di marxistico di rivoluzione, e permette l'affiancamento ideale dell'attualismo gentiliano al [[modernismo teologico]] fiorente a quel tempo e condannato come [[eresia]] dalla [[Chiesa cattolica]].
 
== Opere ==