Diluvio universale (Michelangelo): differenze tra le versioni

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==Descrizione e stile==
Il ''Diluvio'' fa parte delle nove lol ''Storie della Genesi'', in particolare è la penultima della serie, a metà delle tre ''Storie di Noè'' degli ultimi riquadri. Queste scene andavano a comporre un mosaico delle storie dell'umanità "ante legem", prima cioè di [[Mosè]] (le cui storie si trovano nei riquadri alle pareti opera di artisti quattrocenteschi). Ciascuna di queste scene della Genesi aveva inoltre una lettura a ritroso legata alla prefigurazione della [[Settimana Santa]], le cui solenni celebrazioni avevano luogo nella cappella e prevedevano una processione che dall'ingresso cerimoniale arrivava all'altare. In questo sistema di concordanze il ''Diluvio'' rappresentava il [[Battesimo di Cristo]]: come l'acqua del battesimo cancella i peccati, così l'acqua del diluvio purificò il mondo dai peccatori. L'[[Arca di Noè]] era poi simbolo della Chiesa stessa: essa è di legno, come il legno della Croce, e analogamente ad esso è un mezzo di salvezza.
 
A differenza delle scene successive, vi sono raffigurate circa sessanta figure, relativamente piccole. I personaggi spesso nudi, sono, raggruppati e distribuiti lungo direttrici diagonali che accentuano la profondità prospettica. Secondo l'interpretazione dell'episodio fornita da [[Ugo da San Vittore]], l'umanità si divise in tre gruppi umani, ciascuno visibile nell'affresco michelangiolesco. I giusti trovano posto nell'arca (quindi nella Chiesa) e vi trovano la Salvezza; i reprobi tentano di assalirla; il resto delle persone, pur non essendo malvagie, sono perduti per via del loro attaccamento alle cose del mondo, che causeranno la loro fine. Questi ultimi sono la schiera di persone in primo piano che cerca rifugio sulla terra ferma, portando vistosamente i propri beni: alcuni cercano di salire sugli alberi, altri hanno sulle spalle o i propri figli o i familiari. Di essi fanno parte anche le figure sull'isolotto di destra, dove spicca il commovente gruppo dell'anziano genitore che con forza titanica e grande fatica porta in braccio il corpo stremato del figlio. In generale sembra che quest'ultima tipologia di figure abbia la consapevolezza della loro sorte, accettandola dolorosamente ma con rassegnazione, cercando piuttosto di aiutare i più deboli, per quanto possibile.