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La missione della squadriglia era un deposito areale (vettovagliamento, munizioni e mezzi) nell'Iraq meridionale, a nord-ovest di [[Kuwait City]], difeso da [[artiglieria contraerea]] radar-asservita.<ref>[http://www.modellismopiu.it/modules/newbb_plus/print.php?forum=5&topic_id=107721 Forum sulla missione].</ref> Bellini e Cocciolone, partiti come molti altri dalla base emiratina, furono gli unici capaci di portare a termine il [[rifornimento in volo]]; tutti gli altri velivoli, di cui 7 Tornado italiani e circa 30 altri aeromobili di altri Paesi, ostacolati dalle condizioni meteorologiche, fallirono l'approccio all'aerocisterna e dovettero rientrare alla base.<ref name="sitoAM">{{Cita web|url=http://www.aeronautica.difesa.it/SitoAM/Default.asp?idarg=25&idente=1394&idsez=21|titolo= La guerra del golfo|accesso=29 aprile 2008|editore=sito web ufficiale A.M. |data=9 settembre 2002}}</ref>
Bellini, in qualità di capo equipaggio, decise che il loro velivolo avrebbe dovuto proseguire in solitaria, sapendo che il profilo di missione prevedeva di portare avanti l'attacco anche in una situazione del genere<ref>[http://www.modellismopiu.it/modules/newbb_plus/print.php?forum=5&topic_id=107721 ibid].</ref>, quale che fosse lo schieramento difensivo del nemico. Ricevuto l'ok da parte del comando aerotattico,<ref>[http://youtube.com/watch?v=vsDv0P4gVBU Operazione Locusta, 1ª Parte].</ref><ref>''"Ricordo di aver effettuato una chiamata al coordinatore tattico della missione a bordo di un AWACS con il nominativo POMKA, dicendogli che Legion 14 proseguiva per la missione. In risposta ricevetti un «Roger»".</ref>, il velivolo livellò a circa 250 piedi di quota, attivò il controllo automatico TF<ref>''Terrain Following'', dispositivo che sui Tornado permette di pilotare seguendo il profilo del terreno, grazie a uno ''scanner'' tridimensionale col quale il computer di bordo imposta automaticamente le variazioni da eseguire.</ref> e sganciò il carico bellico (5 bombe [[Mk 83]]) sull'obbiettivo attorno alle 4.30 del mattino.
Dopo circa 40 secondi il loro aereo fu colpito dall'[[arma contraerea|artiglieria contraerea]] irachena, addestrata alla difesa contro attacchi a bassa quota, e i due italiani dovettero lanciarsi con il [[seggiolino eiettabile]]. L'aereo impattò col terreno a circa 20 km a nordovest della capitale kuwaitiana, a poche centinaia di metri da una caserma della Guardia repubblicana irachena.
I due aviatori vennero immediatamente catturati dalle truppe irachene, furono separati, venne loro confiscato tutto ciò che avevano con sé (compresi gli indumenti e gli scarponi) e costretti a indossare una tuta gialla, che li qualificava come [[prigioniero di guerra|prigionieri di guerra]]<ref>[http://youtube.com/watch?v=gVb46HcVaNk Operazione Locusta - parte 2].</ref>.
Il 20 gennaio la televisione irachena mostrò un gruppo di piloti prigionieri, fra cui Cocciolone. Il suo volto tumefatto suggeriva un trattamento brutale e le parole da lui pronunciate sembravano dettate dai suoi carcerieri. Nessuna notizia di Bellini venne data in questa occasione, facendo temere il peggio. I due aviatori vennero tenuti separati per tutto il tempo della prigionia.
In una intervista concessa a quasi venti anni di distanza<ref
Il 3 marzo, a guerra terminata, entrambi gli ufficiali furono rilasciati dalle autorità irachene.
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