Giochi della XVII Olimpiade: differenze tra le versioni

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Il bel tempo aiutò il raggiungimento di buoni risultati tecnici, basti pensare ai venti primati olimpici e ai quattro primati mondiali migliorati nell'[[atletica leggera]] maschile e ai dodici olimpici e tre mondiali in quella femminile. Nelle gare veloci, dopo trent'anni di predominio gli [[statunitensi]] persero l'oro sui [[100 metri piani|100 metri]] consegnandolo al primatista tedesco [[Armin Hary]]; nella [[200 metri piani|distanza doppia]] per la prima volta prevalse un [[mediterraneo]], [[Livio Berruti]], che eguagliò il record mondiale; nel [[salto in alto]] apparve il [[sovietico]] [[Valeri Brumel]], che con la tecnica ventrale risulterà uno dei migliori esponenti in assoluto della disciplina; nella velocità femminile si mise in luce [[Wilma Rudolph]] (oro nei [[100 metri piani]], [[200 metri piani]] e [[staffetta 4 x 100 metri]]) colpita da [[poliomielite]] nella prima infanzia e ricca di talento e volontà.
 
 
[[File:Rome Olympics 1960 - Opening Day.jpg|thumb|Lo [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico di Roma]] nel giorno della cerimonia d'inaugurazione dei Giochi]]
Lo stesso trend si ebbe nel [[nuoto]], con tre record mondiali in campo maschile e quattro in quello femminile e con un dominio complessivo degli [[australiani]] e degli [[statunitensi]].
 
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Nella [[ginnastica]] si assistette al consueto dominio dello squadrone sovietico, contrastato efficacemente solo dai sorprendenti ginnasti [[giapponesi]], che misero al collo ben quattro ori.
 
 
[[File:Giancarlo Peris.jpg|thumb|left|L'ultimo tedoforo [[Giancarlo Peris]] accende il braciere olimpico]]
Venne scalfito, invece, il mito dell'invincibilità dei [[Medio Oriente|mediorientali]] nella [[lotta]], dato che sia nella [[lotta libera]] sia in quella [[lotta greco-romana|greco-romana]] le medaglie furono maggiormente ripartite fra [[occidente (civiltà)|occidentali]], [[europa orientale|orientali]] e mediorientali.
 
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