Omega Centauri: differenze tra le versioni

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== Storia delle osservazioni ==
Nonostante si tratti di un agglomerato di milioni di stelle, la sua luminosità è talmente elevata che fu inizialmente scambiata per una stella vera e propria; a conferma di ciò vi è il suo stesso nome comune, ''Omega Centauri'', ossia riporta una lettera greca, come in uso per le stelle. L'oggetto era noto ai Greci e ai Romani, poiché a causa della [[precessione degli equinozi]] si trovava all'epoca molto più alto sull'orizzonte mediterraneo, ma veniva considerata una stella come le altre. Il [[Johann Bayer|Bayer]], che era solito catalogare le stelle più luminose di una costellazione assegnando loro una lettera greca in ordine di luminosità, diede la lettera ''omega'' all'ammasso, scambiandola per una stella. Il Bayer la incluse nella sua opera ''Uranometria'' del [[1603]], anche perché era già stata osservata dal suo "predecessore" [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]].
 
Omega Centauri fu considerata una stella fino al [[1677]], quando [[Edmond Halley]] la riconobbe come di natura non stellare, e la catalogò come una "macchia chiara"; seguendo la scia di Halley, [[Philippe Loys de Cheseaux]] la incluse nella sua lista delle 21 nebulose più luminose, e pure [[Nicolas Louis de Lacaille]] cadde in errore, considerandola un oggetto nebuloso senza stelle. La natura di ammasso stellare fu forse riconosciuta da [[John Herschel]], o più probabilmente da [[James Dunlop]], che lo descrisse nel [[1827]] come un globo di stelle che gradualmente si concentra verso il centro.<ref name="Caldwell">{{cita libro | cognome= O'Meara| nome= Stephen James | titolo= Deep Sky Companions: The Caldwell Objects| editore= Cambridge University Press| città= | anno= 2003 | isbn= 0-521-55332-6}}</ref>