Buddismo tibetano: differenze tra le versioni

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{{q|Battezzando col significativo nome Potala -un nome che risultava pieno di implicazioni - la nuova sede del dalailamato (nonché del governo), si consacrava definitivamente il vincolo carismatico del massimo gerarca ''dge lugs pa'' con Avalokiteśvara e, simultaneamente, con l'antica e gloriosa tradizione regale. Ponendo in evidenza questi nessi, il quinto Dalai Lama riusciva perfettamente il suo disegno politico. Egli non visse fino al completamento della propria opera, ma la dignità di Dalai Lama, assurta a paradigma della santità, era ormai pienamente canonizzata.|Prats, p. 166}}
 
Nel 1652 il V Dalai Lama si recherà alla corte dell'imperatore Shunqi (順治蒂), primo della dinastia Qing, vivendo non il primo degli equivoci con i vicini cinesi: da ununa parte l'imperatore manciù lo considerava, al pari dei suoi predecessori mongoli, un suo vassallo, dall'altra il Dalai Lama avrebbe voluto essere considerato il sovrano di un regno indipendente<ref>«In 1652, at the invitation of the Qing emperor, the fifth Dalai Lama traveled to the Manchu imperial court in Beijing, where he was greeted with great ceremony, although he resented attempts by the Chinese to present him as a vassal of the Qing emperor rather than as an equal head of state.» Robert E. Buswell Jr. & Donald S. Lopez Jr., (a cura di), ''Princeton Dictionary of Buddhism'', Princeton University Press, 2013.</ref>.
 
====La tradizione, estinta, [del monastero di] "''Jo nang''" [''phun tshogs gling''] (<big>ཇོ་ནང</big>, [[Jonang]])====