Codice Brandis: differenze tra le versioni
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Il '''Codice Brandis''', compilato da un anonimo disegnatore tra il 1607 e il 1620 e successivamente più volte rimaneggiato, è una raccolta di vedute di castelli, ma anche di borghi, città e paesaggi della Contea principesca del [[Tirolo]] del Seicento. Si tratta del più importante documento iconografico relativo all'[[Incastellamento|incastellamento]] giunto sino a noi e che testimonia l'assetto di numerose residenze e fortificazioni del Tirolo, conservando la memoria di edifici la cui architettura è spesso cambiata nel cosro dei secoli, se non addirittura scomparsa.<br />
Il Codice Brandis è costituito da 105 fogli di misura 22,00 cm per 16,6 cm; in precedenza conservato presso la nobile famiglia dei conti Brandis di Lana, è custodito dal 1998 presso l'Archivio provinciale di Bolzano. Sono stati gli studiosi Oswald Trapp, con un saggio uscito nel 1973 sulla rivista Der Schlern, e il prof. Nicolò Rasmo, che pubblicò nel 1995 i disegni relativi alla zona del Trentino. Solo a partire dal 2012 il Codice Brandis è oggetto di studio approfondito di un gruppo di storici che coordinati dall’associazione Tangram di Merano, analizzato l’opera inserendola nel contesto storico in cui vide la luce.
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==Bibliografia==
* Baccin A. e Kindl U., ''Il Codice Brandis. I Castelli del Burgraviato, della Val Venosta e dell’alta Valle dell’Inn'', Osiride, Rovereto, 2018. ISBN 978-88-7498-287-5
Rasmo, N., Il Codice Brandis. Il Trentino, Istituto Italiano Castelli-Sezione Trentino, Manfrini, Calliano-Trento 1975.
Rasmo, N., Il Codice Enipontano III e le opere di difesa del Tirolo contro Venezia nel 1615, Istituto Italiano Castelli-Sezione Trentino, Trento 1979.
Tomasi, G., Il territorio trentino-tirolese nell’antica cartografia, Priuli & Verlucca, Ivrea 1997, ISBN 88-8068-073-0.
Trapp, O., Der "Codex Brandis" als Quelle burgenkundlicher Forschung in Tirol, in Caramelle, F., Gritsch, J., Festschrift für Landeskonservator Dr. Johanna Gritsch anläßlich der Vollendung des 60. Lebensjahres (Schlern-Schriften 264), Wagner’sche Universitätsbuchhandlung, Innsbruck 1973.
==Collegamenti esterni==
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