Discorso del bivacco: differenze tra le versioni

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Il [[Vittorio Emanuele III di Savoia|re Vittorio Emanuele III]], dopo aver invano avanzato la proposta ad [[Antonio Salandra]] di formare un nuovo governo, il 30 ottobre 1922 convocò Benito Mussolini a Roma per assegnargli il compito.<ref>[http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=ventennio Il fascismo giorno per giorno]</ref>
 
Il 16 novembre 1922, Mussolini si recò alla Camera dei deputati per presentare la lista dei suoi ministri, la quale annoverava solo tre personalità [[fascista|fasciste]]: [[Alberto De Stefani]] alle [[Ministro delle finanze|Finanze]], [[Giovanni GiuratiGiuriati]] alle [[Terre liberate]] e [[Aldo Oviglio]] alla [[Ministero della giustizia|Giustizia]]. Il capo del Governo decise inoltre di tenere nelle sue mani le cariche di [[ministro dell'Interno]] e [[ministro degli Esteri]]. <ref>Remigio Izzo, "Mussolini: duce si diventa", Gherardo Casini Editore, 2010, Roma, ISBN 9788864100142 p.104</ref>
In questa occasione pronunciò il "discorso del bivacco", così definito a causa del seguente celebre passo:
{{Citazione|Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli:<br/>potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti.<br/>Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.}}