Civiltà nuragica: differenze tra le versioni

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Nei pozzi sacri e nei ''mégara'' vi erano sacerdoti che officiavano riti ormai ignoti, probabilmente collegati al culto dell'acqua e forse a ritualità astronomiche di tipo solare, lunare o di osservazione dei solstizi. In particolare è interessante la raffigurazione bronzea di una sacerdotessa che presenta il capo sormontato da un disco che verosimilmente richiama il sole o la luna. Altri copricapi circolari sono allungati verso l'alto. Molte statuette in bronzo raffigurano personaggi che alzano la mano (solitamente la destra) in segno di saluto, invocazione o preghiera.
 
Gli studiosi pensano che in occasione di queste feste e celebrazioni religiose collettive, i santuari abbiano fatto da incubatori per l'idea di nazione o, comunque, di una più stretta confederazione. {{senza fonte|Alcuni pensano anche che si andava realizzando una sorta di "pansardità".}} In tali occasioni si tenevano probabilmente incontri intercantonali, giochi sportivi simili alla lotta greco romana ed al pugilato e si stringevano alleanze familiari e rapporti commerciali.
 
Secondo l'archeologo Giovanni Lilliu, è esemplare a tal proposito il [[Santuario nuragico di Santa Vittoria]] di [[Serri]], vero e proprio [[pantheon]] delle divinità nuragiche, supponendo che nell'edificio principale del villaggio si riunissero in assemblee federali i [[clan]] più potenti dei sardi nuragici abitanti la Sardegna centrale, per consacrare alleanze o per decidere guerre.<ref>AA:VV, ''La civiltà in Sardegna nei secoli'' - Giovanni Lilliu, ''Al tempo dei nuraghi'' - p. 22</ref>