Corridonia: differenze tra le versioni

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Nel periodo ottocentesco, Corridonia faceva parte dello [[Stato della Chiesa]]. In seguito al [[plebiscito]] del 4 e 5 novembre 1860, con cui i Piemontesi dovevano legittimare l’invasione dei territori, si raggiunse l’annessione al [[Regno d'Italia]]. Le votazioni si svolsero sotto la supervisione delle truppe piemontesi, che assistevano alle elezioni, ma non votavano: per questo non furono considerate completamente libere. A Pausula su 2128 iscritti (con una popolazione complessiva di 8200 abitanti) votarono il 30,67% (653 persone) con 649 si e 4 no.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Modestino Cacciurri|titolo=Dallo Stato Pontificio al Regno d’Italia. Pausula ed il territorio maceratese|rivista=|volume=|numero=|p=109}}</ref>
 
In seguito all’unificazione dell’Italia risultarono esserci state varie conseguenze sia positive che negative. In primo luogo, fu istituita il [[25 novembre]] [[1884]] una strada ferrata per la recente Pausula con [[Stazione di Corridonia-Mogliano|stazione omonima]]; in seguito furono create delle scuole, un Ufficio Telegrafico, una Tipografia, una Cassa di Risparmio con deposito di pegni, un Asilo Infantile molto frequentato, un Orfanotrofio Femminile, e un Ospizio di Carità.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Pietro Paolo Bartolazzi|titolo=Memorie di Montolmo|rivista=|volume=|numero=|p=231}}</ref>&nbsp;D’altra parte crebbe il disprezzo nei confronti del governo di [[Roma]] e verso il [[clero]], in quanto una credenza popolare, senza fondamento storico, dichiarava che in quel periodo i mali presenti nel territorio erano attribuibili a membri della [[Chiesa cattolica|Chiesa]], visti per tale ragione come capro espiatorio. La principale attività del comune, la tessitura della canapa, andò in crisi.
 
Nel [[Risorgimento]] non si registrano particolari avvenimenti a Pausula, ma si sono distinti vari personaggi illustri, tra cui [[Antonio Mollari]] e il [[Cardinale]] [[Giuseppe Ugolini]].