Giornata dell'Aspromonte: differenze tra le versioni

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Sbarcato il 2 settembre nel porto militare della [[La Spezia|Spezia]], il Generale fu destinato al [[Varignano]], un ex-lazzaretto convertito in stabilimento penitenziario, che allora ospitava 250 condannati ai lavori forzati. Venne alloggiato in un'ala della palazzina del comandante del carcere, una stanza per sé e cinque per familiari e visitatori.
 
La ferita più insidiosa era quella al piede destro. La prima relazione medica recitava: “La palla è penetrata a tre linee al di sopra e al davanti del [[malleolo]] interno: la ferita ha una figura triangolare a lembi lacerocontusi del diametro di mezzo pollice circa. Alla parte opposta, mezzo pollice circa al davanti del [[malleolo]] esterno, si avverte un gonfiore che sotto il tatto è resistente...”. Proprio il gonfiore dovuto all'[[artrite]] (che da anni perseguitava il Generale) rese difficile verificare la posizione della pallottola. Né si era certi della sua reale presenza. Essa venne accertata solo a fine ottobre alla Spezia, dove nel frattempo Garibaldi era stato trasferito.<ref>Tra gli altri fu chiamato a consulto un noto chirurgo e [[Omeopatia|omoepata]] svizzero di [[Schwanden (Glarona Sud)|Schwanden]] del [[Canton Glarona]] di nome Zopfi, che partì per La Spezia domenica 26 ottobre 1862 come riporta la ''Gazette de Lausanne'' in un trafiletto del 30 ottobre 1862 a pagina 2. Successivamente il dott. Zopfi pubblicò una ampia relazione sul ''Glarner-Zeitung'' circa questo storico consulto medico in cui evidenziava come si oppose all'amputazione della gamba ferita a cui lo stesso Garibaldi era fortemente contrario. Il suo consiglio era che lasciando suppurare la ferita l'estrazione della pallotola sarebbe stata facilitata mentre in caso contrario sarebbe stata inglobata nell'osso senza gravi danni per il paziente (''Gazette de Lausanne'' dell'8.11.1862 pag.1).</ref> e l'estrazione avvenne solo il 23 novembre a Pisa, ad opera del professor [[Ferdinando Zannetti]].
 
Dei circa 3.000 volontari guidati da Garibaldi, solo alcune centinaia riuscirono a fuggire. Vennero arrestati 1&#160;909 garibaldini, riaccompagnati alle loro dimore 232 minorenni, mentre i militi che avevano abbandonati i loro reparti regolari per unirsi a Garibaldi vennero rinchiusi nelle antiche fortezze [[Regno di Sardegna|sarde]] ([[Alessandria]], [[Vinadio]], [[Forte di Bard|Bard]], [[Forte di Fenestrelle|Fenestrelle]], [[Exilles]], [[Genova]]). Essi (e lo stesso Garibaldi) vennero [[amnistia|amnistiati]] alla prima occasione possibile: il matrimonio di [[Maria Pia di Savoia]], figlia di Vittorio Emanuele II con il re del [[Portogallo]] il 5 ottobre [[1862]].