Luigi Filippo di Francia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 126:
=== Il regno del "re dei Francesi" ===
[[File:Coat of Arms of the July Monarchy (1831-48).svg|thumb|left|Stemma di Luigi Filippo durante il suo regno]]
Nel [[1830]], la [[Rivoluzione di luglio]] detronizzò Carlo X, che abdicò in favore del decenne nipote [[Enrico, conte di Chambord|Enrico, duca di Bordeaux]] e nominò Luigi Filippo ''Lieutenant général du royaume'', incaricandolo di annunciare al popolo l'elezione del nuovo sovrano. Luigi Filippo non fece però come prescritto dal cugino, preferendo proporsi come il candidato ideale alla successione al trono. Come conseguenza le camere, che conoscevano lo spirito liberale di Luigi Filippo e la sua popolarità tra le masse, lo proclamarono sovrano dopo che per undici giorni era stato reggente nellanelle veceveci del cugino minorenne.
 
Carlo X e la sua famiglia, tra cui suo nipote, si recarono in esilio in Gran Bretagna. Il giovane ex re, il duca di Bordeaux, mantenne in esilio il titolo di conte di Chambord, divenne successivamente pretendente al trono di Francia e venne sostenuto in questo dai Legittimisti"legittimisti".
 
Luigi Filippo venne proclamato sovrano colcon il nome di Luigi Filippo I il 9 agosto 1830.<ref>{{Cita web|titolo=Louis-Philippe Biography|url=http://www.biography.com/people/louis-philippe-9387069|editore=The Biography.com Website|accesso=13 maggio 2014}}</ref> Alla sua ascesa al trono, Luigi Filippo assunse il titolo di ''re dei Francesi'', un titolo già adottato da [[Luigi XVI]] dopo la costituzione del 1791. Legare la monarchia al popolo anziché al territorio (la precedente indicazione era quella di ''re di Francia e Navarra'') era un taglio netto con le pretese dei legittimisti, capeggiati da Carlo X e dalla sua famiglia.
 
Con un'ordinanza siglata il 13 agosto 1830,<ref>'''Louis Philippe's 13 August 1830 Ordinance'', relativa ai cognomi (''nom'') ed ai titoli dei suoi figli e sorelle':
Riga 141:
''Nos bien-aimés fils puînés conserveront les titres qu'ils ont portés jusqu'à ce jour.''
''Nos bien-aimées filles et notre bien-aimée sœur ne porteront d'autre titre que celui de '''princesses d'Orléans''', en se distinguant entre elles par leurs prénoms.''
:''Il sera fait, en conséquence, sur les registres de l'état civil de la Maison royale, dans les archives de la Chambre des Pairs, toutes les rectifications qui résultent des dispositions ci-dessus [...]''</ref> il nuovo re definì l'assunzione del cognome "d'Orléans" per la casata regnante e dichiaròassegnò al suo figlio primogenito alil titolo di ''Principe Reale'' (non più ''delfino'' come in passato), il quale avrebbe assunto il titoloe di ''Ducaduca di Orléans'', così come le sue sorelle e figlie avrebbero avuto il titolo di ''Principesseprincipesse di Orléans'' e non ''di Francia''.
 
Già il mese successivo alla propria ascesa al trono, Luigi Filippo fece approvare una [[Costituzione]], i cui meccanismi non si differenziavano molto da quella precedente concessa da [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]], benché i presupposti ideologici fossero completamente mutati.
 
Innanzitutto si trattava di una Costituzione approvata dai due rami del Parlamento e non ''ottriata'', ovvero concessa, dal re, il quale era re "dei Francesi" (e non "di Francia e di Navarra" come il suo predecessore). Questo nuovo titolo (già utilizzato da [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] dal [[1789]] al [[1792]]) fu un'innovazione costituzionale di rilievo che legò la sovranità al popolo e non al monarca, il quale, secondo una fortunata espressione di [[Adolphe Thiers|Thiers]] «[[Il re regna ma non governa|regna ma non governa]]».
[[File:Louis-Philippe 1842 Lerebours Claudet.jpg|thumb|right|[[Dagherrotipo]] di Luigi Filippo del 1842]]
Un altro forte simbolo della nuova monarchia fu l'adozione della [[bandiera francese|bandiera tricolore]] in sostituzione della bandiera bianca con i gigli d'oro dei [[Borbone|Borboni]].
Riga 151:
Le modificazioni alla precedente carta non furono comunque irrilevanti, se si pensa che venne abbassato il censo per essere elettori o deputati e venne abolito il voto plurimo introdotto nel [[1820]].
 
L'iniziativa legislativa divenne anche parlamentare, oltre che regia. Questa ascesa al potere colcon il favore di una sollevazione popolare procurò a Luigi Filippo l'ostilità delle corti europee e il soprannome di "re delle barricate".
 
Nel [[1832]] sua figlia, la principessa [[Luisa Maria di Francia|Luisa Maria]], sposò il primo regnante del Belgio, [[Leopoldo I del Belgio|Leopoldo I]].
 
Nel [[1843]], tramite [[Rochet d'Héricourt]], un trattato d'amicizia e di commercio fu firmato con il sovrano di [[Scioa]], il [[negus]] [[Sahle Selassie]].
 
Per qualche anno, Luigi Filippo regnò piuttosto modestamente, evitando l'arroganza, lo sfarzo e le spese eccessive dei suoi predecessori. A dispetto di questa apparenza di semplicità, il sostegno del re arrivava dalla media [[borghesia]]. All'inizio, era amato e chiamato "il Re Cittadino", ma la sua popolarità soffrì quando il suo governo fu percepito sempre più come conservatore e monarchico.
 
Il supporto dato in un primo tempo al ''Mouvement'' capeggiato da [[Adolphe Thiers]] fece posto al conservatorismo incarnato da [[François Guizot]]. Sotto la sua guida, le condizioni di vita delle classi popolari si deteriorarono, e le imposte aumentarono considerevolmente. UnaLa crisi economica neldel [[1846]]-[[1848]], legatacollegata alle azioniall'azione del partito repubblicano che organizzò la cosiddetta "[[Campagna dei banchetti]]" — riunioni politiche private —, portò il popolo a una nuova rivoluzione.
 
====Tentativo di assassinio====
[[File:Attentat durch Joseph Fieschi auf König Louis-Philippe I.jpg|thumb|left|upright=1.5|Il tentativo di assassinio del 28 luglio 1835]]
Luigi Filippo, pur essendo molto popolare, sopravvisse a sette tentativi di assassinio, di cui il più famoso ebbe per protagonista un legittimista italiano.
 
Il 28 luglio 1835 scampò ad un attentato perpetrato da [[Giuseppe Fieschi]] e da altri cospiratori di [[Parigi]]. Durante l'annuale rivista della [[Guardia nazionale francese|Guardia Nazionale]] per commemorare la rivoluzione, Luigi Filippo stava passando per il [[Boulevardboulevard du Temple]] che legavacollegava [[Place de la République (Parigi)|Placeplace de la République]] con la [[Bastiglia (Parigi)|Bastiglia]], accompagnato dai suoi tre figli, il duca di Orléans, il [[Luigi, duca di Nemours|duca di Nemours]] ed il [[principe di Joinville]], oltre ad uno staff molto numeroso di personalità al seguito.
Fieschi, nativo della Corsica, attaccò la carrozza del re con una "macchina infernale", un'arma autoprodotta consistente in venticinque pistole in grado di sparare contemporaneamente.<ref>Bouveiron, A. "III." [http://books.google.com/books?id=G62pc-6WJWYC&pg=PA16#v=onepage&q&f=false Historical and Biographical Sketch of Fieschi]. N.p.: n.p., n.d. 16. Google Books. Web. 24 Dec. 2012.</ref> I colpi vennero sparati dal nº 50 di Boulevardboulevard du Temple (oggi una placca commemorativa si trova in loco), una casa che Fieschi aveva recentemente preso in affitto.
Un proiettile solo riuscì appena a sfiorare il re, mentre 18 persone rimasero uccise nell'attentato, tra cui il tenente colonnello Rieussec dell'VIII legione assieme ad altri otto ufficiali, il [[Édouard Adolphe Casimir Joseph Mortier|maresciallo Mortier]], ed il colonnello Raffet, il generale Girard, il capitano Villate, il generale La Chasse de Vérigny, una donna, una ragazzina di quattordici anni e due uomini. Altre 22 persone rimasero ferite.<ref>{{Cita libro|cid=harv|autore=Jill Harsin|titolo=Barricades: The War of the Streets in Revolutionary Paris, 1830-1848|url=http://books.google.com/books?id=TcMfGnKKRu0C&pg=PA150|anno=2002|editore=Palgrave Macmillan|isbn=978-0-312-29479-3}}</ref><ref>{{Cita libro|cid=harv|autore1=Gabriel G. Bredow|autore2=Carl Venturini|titolo=Chronik des neunzehnten Jahrhunderts|url=http://books.google.com/books?id=EQcBAAAAcAAJ&pg=PA78|anno=1837}}</ref> Il re ed i principi scamparono senza rimanere feriti.
[[Horace Vernet]], il pittore del re, ottenne commissionel'incarico di realizzare un dipinto dell'evento.<ref>{{Cita libro|cid=harv|autore1=A. Bouveiron|autore2=Giuseppe Marco Fieschi|titolo=An historical and biographical sketch of Fieschi|url=http://books.google.com/books?id=G62pc-6WJWYC&pg=PA32|anno=1835}}</ref>
 
Fieschi venne immediatamente catturato e giustiziato l'anno successivo tramite [[ghigliottina]] assieme ai suoi due cospiratori l'anno successivocomplici.
Fieschi, nativo della Corsica, attaccò la carrozza del re con una "macchina infernale", un'arma autoprodotta consistente in venticinque pistole in grado di sparare contemporaneamente.<ref>Bouveiron, A. "III." [http://books.google.com/books?id=G62pc-6WJWYC&pg=PA16#v=onepage&q&f=false Historical and Biographical Sketch of Fieschi]. N.p.: n.p., n.d. 16. Google Books. Web. 24 Dec. 2012.</ref> I colpi vennero sparati dal nº 50 di Boulevard du Temple (oggi una placca commemorativa si trova in loco) una casa che Fieschi aveva recentemente preso in affitto.
Un proiettile solo riuscì appena a sfiorare il re, mentre 18 persone rimasero uccise nell'attentato tra cui il tenente colonnello Rieussec dell'VIII legione assieme ad altri otto ufficiali, il [[Édouard Adolphe Casimir Joseph Mortier|maresciallo Mortier]], ed il colonnello Raffet, il generale Girard, il capitano Villate, il generale La Chasse de Vérigny, una donna, una ragazzina di quattordici anni e due uomini. Altre 22 persone rimasero ferite.<ref>{{Cita libro|cid=harv|autore=Jill Harsin|titolo=Barricades: The War of the Streets in Revolutionary Paris, 1830-1848|url=http://books.google.com/books?id=TcMfGnKKRu0C&pg=PA150|anno=2002|editore=Palgrave Macmillan|isbn=978-0-312-29479-3}}</ref><ref>{{Cita libro|cid=harv|autore1=Gabriel G. Bredow|autore2=Carl Venturini|titolo=Chronik des neunzehnten Jahrhunderts|url=http://books.google.com/books?id=EQcBAAAAcAAJ&pg=PA78|anno=1837}}</ref> Il re ed i principi scamparono senza rimanere feriti.
[[Horace Vernet]], il pittore del re, ottenne commissione di realizzare un dipinto dell'evento.<ref>{{Cita libro|cid=harv|autore1=A. Bouveiron|autore2=Giuseppe Marco Fieschi|titolo=An historical and biographical sketch of Fieschi|url=http://books.google.com/books?id=G62pc-6WJWYC&pg=PA32|anno=1835}}</ref>
 
Fieschi venne immediatamente catturato e giustiziato tramite [[ghigliottina]] assieme ai suoi due cospiratori l'anno successivo.
 
=== Abdicazione ed esilio ===