Marco Minucio Felice: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
voce implementata
Riga 1:
{{F|scrittori latini|arg2=avvocati|febbraio 2016}}
{{Bio
|Nome = Marco
Line 14 ⟶ 13:
|Attività2 = avvocato
|Nazionalità = romano
}}Convertito al cristianesimo, fu grande esponente della letteratura [[apologetica]] cristiana (secondo, in quanto a fama, al solo [[Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano]]). È famoso per l<nowiki>'</nowiki>''[[Octavius]]'', un dialogo tra il pagano Cecilio Natale e il cristiano Ottavio Ianuario, un avvocato provinciale, amico e compagno di studi di Felice. [[Sofronio Eusebio Girolamo]] gli attribuisce una seconda opera, il romanzo didascalico ''[[De fato (Minucio Felice)|De fato]]'', di cui però non vi sono tracce.
== Biografia ==
 
Non è noto con certezza quando visse: la sua vita è variamente collocata tra il 160 e il 300.
 
Quasi nulla è noto della vita di Minucio Felice. Il suo ''[[Octavius]]'' è simile all<nowiki>'</nowiki>''[[Apologeticum]]'' di [[Quinto Settimio Fiorente Tertulliano]], e la datazione della vita di Felice dipende dal rapporto tra la sua opera e quella dello scrittore africano morto nel 230. Nelle citazioni degli autori antichi (Seneca, Varrone, Cicerone) viene considerato più preciso di Tertulliano e questo concorderebbe col suo essere anteriore ad esso, come afferma anche [[Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio|Lattanzio]];<ref>''Divinae SofronioInstitutiones'', EusebioV 1.</ref>; san Girolamo<ref>''De viris illustribus'', LVIII.</ref> lo vuole, invece, posteriore a Tertulliano, sebbene si contraddica dicendolo posteriore a [[Tascio Cecilio Cipriano]] in una lettera e anteriore in un'opera<ref>''De viris illustribus'', LVIII.</ref>. Per quanto riguarda gli estremi della sua esistenza, Felice menziona [[Marco Cornelio Frontone]], morto nel 170; il trattato ''[[Quod idola dii non sint]]'' è basato sull<nowiki>'</nowiki>''Octavius''; dunque se quello è di Cipriano (morto nel 258), Minucio Felice non fu attivo oltre il 260, altrimenti il termine ''ante quem'' è Lattanzio, attorno al 300.
== Biografia ==
 
Anche la zona d'origine di FeliceMinucio è sconosciuta. Lo si ritiene talvolta di origine africana, sia per la sua dipendenza da Tertulliano, sia per i riferimenti alla realtà africana: la prima ragione, però, non è indicativa, in quanto dovuta al fatto che all'epoca i principali autori di lingua latina erano africani, e dunque il loro era lo stile cui ispirarsi; la seconda, inoltre, potrebbe dipendere esclusivamente dal fatto che il personaggio pagano dell<nowiki>'</nowiki>''Octavius'', Cecilio Natale, era africano, come attestato da alcune iscrizioni. Cionondimeno, è significativo che entrambi i personaggi dell<nowiki>'</nowiki>''Octavius'' abbiano nomi citati in iscrizioni africane,<ref>Ottavio Ianuario a [[Saldae]] ({{CIL|8|8962}}) e Cecilio a [[Cirta]] ({{CIL|8|7097}}, {{CIL|8|7098}}, {{CIL|8|6996}}).</ref> e che lo stesso valga per il nome Minucio Felice.<ref>A [[Tebessa]] ({{CIL|8|1964}}) e [[Cartagine]] ({{CIL|8|12499}}).</ref>
Quasi nulla è noto della vita di Minucio Felice. Il suo ''[[Octavius]]'' è simile all<nowiki>'</nowiki>''[[Apologeticum]]'' di [[Quinto Settimio Fiorente Tertulliano]], e la datazione della vita di Felice dipende dal rapporto tra la sua opera e quella dello scrittore africano morto nel 230. Nelle citazioni degli autori antichi (Seneca, Varrone, Cicerone) viene considerato più preciso di Tertulliano e questo concorderebbe col suo essere anteriore ad esso, come afferma anche [[Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio]]; Sofronio Eusebio Girolamo lo vuole invece posteriore a Tertulliano, sebbene si contraddica dicendolo posteriore a [[Tascio Cecilio Cipriano]] in una lettera e anteriore in un'opera. Per quanto riguarda gli estremi della sua esistenza, Felice menziona [[Marco Cornelio Frontone]], morto nel 170; il trattato ''[[Quod idola dii non sint]]'' è basato sull<nowiki>'</nowiki>''Octavius''; dunque se quello è di Cipriano (morto nel 258), Minucio Felice non fu attivo oltre il 260, altrimenti il termine ''ante quem'' è Lattanzio, attorno al 300.
 
== L''Octavius'' ==
Anche la zona d'origine di Felice è sconosciuta. Lo si ritiene talvolta di origine africana, sia per la sua dipendenza da Tertulliano, sia per i riferimenti alla realtà africana: la prima ragione, però, non è indicativa, in quanto dovuta al fatto che all'epoca i principali autori di lingua latina erano africani, e dunque il loro era lo stile cui ispirarsi; la seconda, inoltre, potrebbe dipendere esclusivamente dal fatto che il personaggio pagano dell<nowiki>'</nowiki>''Octavius'', Cecilio Natale, era africano, come attestato da alcune iscrizioni. Cionondimeno, è significativo che entrambi i personaggi dell<nowiki>'</nowiki>''Octavius'' abbiano nomi citati in iscrizioni africane,<ref>Ottavio Ianuario a [[Saldae]] ({{CIL|8|8962}}) e Cecilio a [[Cirta]] ({{CIL|8|7097}}, {{CIL|8|7098}}, {{CIL|8|6996}}).</ref> e che lo stesso valga per il nome Minucio Felice.<ref>A [[Tebessa]] ({{CIL|8|1964}}) e [[Cartagine]] ({{CIL|8|12499}}).</ref>
{{vedi anche|Octavius}}
L'''Octavius'' è un dialogo che ha per protagonisti lo stesso scrittore, Cecilio e Ottavio e che si svolge sulla spiaggia di Ostia. L'opera si è conservata per errore dopo i sette libri dell'''Adversus nationes'' di [[Arnobio]] come ''(liber) octavus''<ref>F. Bracci, ''Il linguaggio di Minucio Felice. Fra dialogo filosofico e disputa religiosa'', in ''Controversie: dispute letterarie, storiche, religiose dall'Antichità al Rinascimento'', a cura di G. Larini, Padova, Libreriauniversitaria.it, 2004, p. 148.</ref>.
 
L'Octavius è un dialogo che ha per protagonisti lo stesso scrittore, Cecilio e Ottavio e che si svolge sulla spiaggia di Ostia. Mentre i tre passeggiano sul litorale, Cecilio, di origine pagana, compie un atto di omaggio nei confronti della statua di Serapide. Da ciò nasce una discussione in cui Cecilio attacca la religione cristiana ed esalta la funzione civile della religione tradizionale, mentre Ottavio, cristiano, attacca i culti idolatrici pagani ed esalta la tendenza dei Cristiani alla carità e all'amore per il prossimo. Alla fine del dialogo Cecilio si dichiara vinto e si converte al Cristianesimo, mentre Minucio, che funge da arbitro, assegna ovviamente la vittoria ad Ottavio.
I personaggi dell<nowiki>'</nowiki>''Octavius'' sono reali, tutti e tre avvocati. Il pagano, Cecilio Natale, era nativo di [[Cirta]] (dove l'omonimo registrato dalle iscrizioni aveva ricoperto cariche sacerdotali) e viveva a Roma, come Minucio, di cui seguiva l'attività forense; Ottavio, invece, è appena arrivato nella capitale all'epoca in cui è ambientata l'opera, e ha lasciato la propria famiglia nella provincia d'origine.
 
Alla fine del dialogo Cecilio si dichiara vinto e si converte al Cristianesimo, mentre Minucio, che funge da arbitro, assegna ovviamente la vittoria ad Ottavio.
== L'Octavius ==
{{vedi anche|Octavius}}
L'Octavius è un dialogo che ha per protagonisti lo stesso scrittore, Cecilio e Ottavio e che si svolge sulla spiaggia di Ostia. Mentre i tre passeggiano sul litorale, Cecilio, di origine pagana, compie un atto di omaggio nei confronti della statua di Serapide. Da ciò nasce una discussione in cui Cecilio attacca la religione cristiana ed esalta la funzione civile della religione tradizionale, mentre Ottavio, cristiano, attacca i culti idolatrici pagani ed esalta la tendenza dei Cristiani alla carità e all'amore per il prossimo. Alla fine del dialogo Cecilio si dichiara vinto e si converte al Cristianesimo, mentre Minucio, che funge da arbitro, assegna ovviamente la vittoria ad Ottavio.
 
Il Cristianesimo di Minucio è lo stesso dei ceti dirigenti<ref>I. Vecchiotti, ''La filosofia politica di Minucio Felice. Un altro colpo di sonda nella storia del cristianesimo primitivo'', Urbino, Università degli Studi, 1973, ''passim''.</ref>, che non vogliono che il cambiamento di religione sia accompagnato da sommovimenti sociali e sono convinti che debbano, comunque, sopravvivere la finezza e l'equilibrio costruiti da secoli di civiltà greco-latina. Del resto, di questo ceto sono i personaggi dell<nowiki>'</nowiki>''Octavius'' sono reali, tutti e tre avvocati.avvocatiː Ilil pagano, Cecilio Natale, era nativo di [[Cirta]] (dove l'omonimo registrato dalle iscrizioni aveva ricoperto cariche sacerdotali) e viveva a Roma, come Minucio, di cui seguiva l'attività forense; Ottavio, invece, è appena arrivato nella capitale all'epoca in cui è ambientata l'opera, e ha lasciato la propria famiglia nella provincia d'origine.
== Un Cristianesimo solo per l'élite societaria ==
Il Cristianesimo di Minucio è lo stesso dei ceti dirigenti, i quali non vogliono che il cambiamento di religione sia accompagnato da sommovimenti sociali e sono convinti che debbano comunque sopravvivere la finezza e l'equilibrio costruiti da secoli di civiltà greco-latina.
 
[[Sofronio Eusebio Girolamo|Girolamo]]<ref>''De viris illustribus'', 58.</ref> gli attribuisce una seconda opera, ''[[De fato (Minucio Felice)|De fato]]'', di cui però non vi sono tracce.
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Paul Lejay, «[[s:en:Catholic Encyclopedia (1913)/Minucius Felix|Minucius Felix]]», in ''Catholic Encyclopedia'' (1913).
* F. Bracci, ''Il linguaggio di Minucio Felice. Fra dialogo filosofico e disputa religiosa'', in ''Controversie: dispute letterarie, storiche, religiose dall'Antichità al Rinascimento'', a cura di G. Larini, Padova, Libreriauniversitaria.it, 2004
==Altri progetti==
Riga 43:
 
== Collegamenti esterni ==
* C. Francis Higgins, «[http://www.iep.utm.edu/minucius/ Felix, Minucius]», in ''Internet Encyclopedia of Philosophy''.
*{{cita web|http://www.documentacatholicaomnia.eu/30_10_0200-0300-_Minucius_Felix.html|''Opera Omnia'' dal Migne, ''Patrologia Latina'', con indici analitici}}.
 
{{Minucio Felice}}