L'ultimo dei Corleonesi: differenze tra le versioni

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Liggio, Riina e Provenzano fanno un patto di sangue e diventano inseparabili. Pochi anni dopo sono a Piano di Scala ad effettuare la macellazione clandestina di bestiame rubato. Ormai sono troppo potenti per dipendere da [[Michele Navarra|Navarra]] (che appena scarcerato ha ordinato un fallito attentato ai danni di [[Luciano Liggio|Liggio]]), e per questo lo fanno uccidere e si danno allo sterminio dei suoi fidati, che vengono quasi tutti uccisi in un conflitto a fuoco durante una processione, in cui Totò Riina salva la sua fidanzata [[Antonietta Bagarella]] (Ninetta) dalla sparatoria. Poi i [[Corleonesi]] tentano di impadronirsi dell'edilizia di [[Palermo]]. Riina e Liggio vengono assolti al processo di Bari del [[1969]] e si vendicano uccidendo il boss [[Michele Cavataio]] nella [[strage di Viale Lazio]]. Nell'agguato però muore pure [[Calogero Bagarella]], fratello della fidanzata di Totò Riina, Ninetta. Nel [[1974]] Liggio viene arrestato e Riina e Provenzano, latitanti da alcuni anni, diventano gli unici capi del clan corleonese. Provenzano conosce [[Saveria Benedetta Palazzolo]] e la sposa. Riina scatena la [[seconda guerra di mafia]] e dopo di essa diventa capo incontrastato di [[Cosa Nostra]].
 
Ordina l'uccisione di [[Carlo Alberto Dalladalla Chiesa]], appena nominato prefetto di [[Palermo]], e comincia la feroce "guerra allo stato" che culminerà con la [[Strage di Capaci]] e la [[Strage di via D'Amelio]]. Riina viene arrestato nel [[1993]] e Provenzano rimane da solo al timone della mafia siciliana. A dargli la caccia si presentano il procuratore [[Piero Grasso]] e la squadra di polizia denominata "Gruppo Duomo", guidata da Renato Cortese che scopre che nel [[2003]] Provenzano si è ricoverato in [[Francia]] per curare un tumore alla prostata. Seguendo la scia dei cosiddetti "[[pizzino|pizzini]]", nel [[2006]] Provenzano è arrestato nelle campagne di [[Corleone]]. Allora s'interrompe il flashback e tutto ritorna all'inizio e Provenzano, arrestato, incontra il procuratore Grasso nel carcere di Terni e così si conclude il film.
 
==Inesattezze storiche==