Poirino: differenze tra le versioni

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=== Storia moderna ===
Dopo l'epopea napoleonica Poirino tornò a essere una tranquilla cittadina sabauda fino a quando, il 10 giugno [[1940]], Vittorio Emanuele III firmò la dichiarazione di guerra alla vicina Francia: il giorno successivo, infatti, il re stabilì nella palazzina di caccia dei Thaon di Revel a Ternavasso, ribattezzata Villa Italia, la sede del Comando delle operazioni sul fronte occidentale e ivi risiedette fino a dopo l'armistizio italo-francese del 25 giugno; in questo castello è ancora sepolto il fondatoreprimo comandante dell'[[Arma dei Carabinieri]], il generale [[AlessandroGiuseppe Thaon di Revel di Sant'Andrea]], al quale, nel maggio 2003, venne intitolata la locale sezione della Associazione Nazionale Carabinieri - [http://ancpoirino.weebly.com/la-storia.html ANC Poirino].
 
Poirinese fu padre [[Giacomo Marocco]], il confessore di [[Cavour]], che da lui sarà assolto sul letto di morte, senza richiesta di ritrattazioni nonostante la scomunica che aveva colpito lo statista; padre Giacomo dovette risponderne a [[Roma]] di fronte a [[papa Pio IX]]. Per nulla intimorito al cospetto del Pontefice, il sacerdote sostenne la cristiana pietà del proprio operato e si rifiutò di riferire quale fosse il contenuto della confessione di Cavour, opponendo ostinatamente il [[Segreto confessionale|segreto sacramentale]] ad ogni pressione fattagli. Segreto che mai rivelò, portandolo nella tomba.<ref>Indro Montanelli, ''I Protagonisti - Camillo Benso di Cavour'', Edizioni Il Giornale, Milano, 1993, p. 270</ref>