Sèleco: differenze tra le versioni

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===La nuova crisi ===
Proprio nel 1993, Sèleco va incontro a una nuova crisi dovuta alla perdita di competitività sul mercato, e agli onerosi investimenti effettuati per acquisire i marchi Elbe e Brionvega. Viene chiuso lo stabilimento spagnolo per recuperare il deficit che si stava accumulando, e nel [[1994]] la società friulana rischiava di venir messa in liquidazione. Sèleco viene salvata grazie a un [[piano di risanamento]] e poi con una ricapitalizzazione di 45 miliardi di lire<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/06/terminato_aumento_capitale_della_SELECO_co_0_9408068019.shtml "Terminato l'aumento di capitale della Sèleco", articolo del Corriere della Sera del 6 agosto 1994]</ref>, a cui partecipano il patron Rossignolo con il 42,64%, la Friulia (finanziaria della [[Regione Friuli-Venezia Giulia]]) con il 28,89%, un gruppo di banche con il 23,33% e alcuni dipendenti con il 5,14%<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/settembre/08/SELECO_via_rilancio_anche_dipendenti_co_0_9409089628.shtml "Sèleco, al via il rilancio anche i dipendenti soci", articolo del Corriere della Sera dell'8 settembre 1994]</ref><ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/09/08/seleco-ricapitalizzata-chiama-alla-presidenza-mario-bortolussi.html|titolo=SELECO RICAPITALIZZATA CHIAMA ALLA PRESIDENZA MARIO BORTOLUSSI|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=8 settembre 1994|accesso=30 giugno 2018}}</ref>.
 
===La chiusura===