Calcidio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 17:
}}
== Biografia ==
Della vita di Calcidio non ci è noto niente. Probabilmente [[Cristianesimo|cristiano]], Calcidio tradusse la prima parte del ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'' di [[Platone]] dal [[Lingua greca antica|greco]] in [[Lingua latina|latino]] intorno all'anno [[321]] corredandola di un ampio commentario. La datazione della traduzione è dibattuta. L'opera è dedicata a Osio che per alcuni sarebbe l'[[Osio di Cordova|omonimo vescovo di Cordova]], uno dei protagonisti del [[Concilio di Nicea I|Concilio di Nicea]] ([[325]]). Secondo Jan Hendrik Waszink, Calcidio sarebbe stato un [[Milano|milanese]] della fine del [[IV secolo]]. Circa un quarto del dialogo era già stato tradotto in latino da [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]]. Anche Calcidio tradusse solo una parte di Timeo, poco meno della prima metà (da 17a1 a 53c2 secondo l'impaginazione dello [[Robert Estienne|Stephanus]]). La traduzione di Calcidio differisce notevolmente da quella di Cicerone, che forse Calcidio non conosceva. Il commentario - l'unico commentario latino ad un opera di Platone pervenutoci - riguarda solo il testo da 31c4 a 53c3.<ref>Claudio Moreschini (ed.): ''Calcidio: Commentario al “Timeo” di Platone'', Milano 2003, S. VIII und Anm. 2; Béatrice Bakhouche (ed.): ''Calcidius: Commentaire au Timée de Platon'', Bd. 1, Paris 2011, S. 21, 120–124.</ref> Per il suo commentario Calcidio fece abbondante uso di fonti greche antiche, e riportò la maggior parte del capitolo sull'Astronomia della ''Matematica utile per comprendere Platone'' de [[Teone di Smirne]].<ref>J. Dupuis : préface à la traduction de Théon de Smyrne, ''[http://remacle.org/bloodwolf/erudits/theon/table.htm Exposition des connaissances mathématiques utiles pour la lecture de Platon]'', Hachette, 1892.</ref>
 
Circa un quarto del dialogo era già stato tradotto in latino da [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]]. Anche Calcidio tradusse solo una parte di Timeo, poco meno della prima metà (da 17a1 a 53c2 secondo l'impaginazione dello [[Robert Estienne|Stephanus]]). La traduzione di Calcidio differisce notevolmente da quella di Cicerone, che forse Calcidio non conosceva. Il commentario - l'unico commentario latino ad un opera di Platone pervenutoci - riguarda solo il testo da 31c4 a 53c3.<ref>Claudio Moreschini (ed.): ''Calcidio: Commentario al “Timeo” di Platone'', Milano 2003, S. VIII und Anm. 2; Béatrice Bakhouche (ed.): ''Calcidius: Commentaire au Timée de Platon'', Bd. 1, Paris 2011, S. 21, 120–124.</ref>
Il ''Timeo'' nella traduzione di Calcidio fu l'unica opera di Platone nota agli studiosi dell'Occidente latino per circa 800 anni<ref name="grant">Edward Grant, (2004), ''Science and Religion, 400 B.C. to A.D. 1550'', pp. 93-4. Greenwood Publishing Group</ref> fino a quando, nel [[1158]], [[Enrico Aristippo]] tradusse in latino il [[Menone (dialogo)|Menone]] e [[Fedone]]. Il suo commentario conteneva un utile resoconto delle [[Astronomia greca|conoscenze astronomiche greche]].<ref name="grant" /> Calcidio vi espone le conoscenze astronomiche del primo secolo e, accanto ai modelli [[Eudosso di Cnido|Eudosso]] e [[Ipparco di Nicea|Ipparco]], descrive anche il modello attribuito a [[Eraclide Pontico]], che sostiene che [[Venere (astronomia)|Venere]] e [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]] ruotano intorno al [[Sole]].<ref>[[Pierre Duhem]], ''Le système du monde'', Tôme III, p.61</ref> Nel [[XII secolo]] furono realizzati vari commenti alla traduzione di Calcidio tra i quali quello di Isdoso<ref>Terence Irwin, (1995), ''Classical philosophy: collected papers'', p. 206. Taylor & Francis</ref> e quelli dei filosofi della [[scuola di Chartres]], come Teodorico di Chartres e [[Guglielmo di Conches]].
 
Per il suo commentario Calcidio fece abbondante uso di fonti greche antiche, e riportò la maggior parte del capitolo sull'Astronomia della ''Matematica utile per comprendere Platone'' de [[Teone di Smirne]].<ref>J. Dupuis : préface à la traduction de Théon de Smyrne, ''[http://remacle.org/bloodwolf/erudits/theon/table.htm Exposition des connaissances mathématiques utiles pour la lecture de Platon]'', Hachette, 1892.</ref> Calcidio vi espone le conoscenze astronomiche del primo secolo e, accanto ai modelli [[Eudosso di Cnido|Eudosso]] e [[Ipparco di Nicea|Ipparco]], descrive anche il modello attribuito a [[Eraclide Pontico]], che sostiene che [[Venere (astronomia)|Venere]] e [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]] ruotano intorno al [[Sole]].<ref>[[Pierre Duhem]], ''Le système du monde'', Tôme III, p.61</ref>
 
== Influenza ==
Il ''Timeo'' nella traduzione di Calcidio fu l'unica opera di Platone nota agli studiosi dell'Occidente latino per circa 800 anni<ref name="grant">Edward Grant, (2004), ''Science and Religion, 400 B.C. to A.D. 1550'', pp. 93-4. Greenwood Publishing Group</ref> fino a quando, nel [[1158]], [[Enrico Aristippo]] tradusse in latino il [[Menone (dialogo)|Menone]] e [[Fedone]].
 
Nel [[XII secolo]] furono realizzati vari commenti alla traduzione di Calcidio tra i quali quello di Isdoso<ref>Terence Irwin, (1995), ''Classical philosophy: collected papers'', p. 206. Taylor & Francis</ref> e quelli dei [[Teologia|teologi]] della [[scuola di Chartres]], come [[Bernardo di Chartres]] e [[Guglielmo di Conches]]. I maestri di Chartres diedero alla dottrina cristiana della [[Creazione (teologia)|creazione]] un'interpretazione filosofica. Partirono dagli assunti di base del platonismo e cercarono di dimostrare l'esistenza di una corrispondenza tra la visione del mondo espressa nel ''Timeo'' e quella descritta nel [[Storia della creazione in Genesi|racconto biblico della creazione]]. Bernardo è considerato l'autore delle ''Glosae super Platonem'', un anonimo commentario al ''Timeo'' nella versione di Calcidio sotto forma di [[glosse]].<ref>Sulla questione della paternità si veda Béatrice Bakhouche (ed.): ''Calcidius: Commentaire au Timée de Platon'', Bd. 1, Paris 2011, S. 59; Peter Dronke: ''The Spell of Calcidius'', Firenze 2008, S. 107–116, 136–140.</ref>
 
Il filosofo e poeta [[Bernardo Silvestre]] fu una delle personalità di questo periodo che furono maggiormente influenzate dalla [[filosofia platonica]]. La sua cosmologia e [[antropologia]] rivelano la profonda influenza del pensiero di Calcidio. Anche il poema ''De planctu Naturae'' di [[Alano di Lilla]], scritto nel tardo [[XII secolo]], contiene idee tratte dal ''Timeo'' e dal commentario calcidiano.
 
L'[[editio princeps]] dell'opera fu stampata da [[Johannes van Meurs]], a [[Leida]], nel 1617, [[In quarto|in-4°]].