Talete: differenze tra le versioni

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→‎Analisi critiche della filosofia contemporanea: il testo di Gadamer è citato alla fine della frase
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A proposito dell'aneddoto della [[servetta trace]] che derise Talete, dicendo che egli desiderava conoscere le cose del cielo ma non si accorgeva di quelle sotto i suoi piedi<ref>Platone, ''Teeteto''|174 a</ref>; viene riconsiderato da [[Martin Heidegger]] come esemplare per definire la precipua natura della filosofia, scienza [[ontologia|ontologica]], che rivolge la propria ricerca a oggetti non svelati, differenziandosi proprio in questo delle scienze [[ontico|ontiche]], il cui oggetto può dirsi svelato già prima dell'indagine.<ref>{{cita libro | nome = G. | cognome = Bertolotti | titolo = Come far risalire i fiumi alla sorgente. Heidegger e la scienza | anno = 2006 |pp= 46-48 }}</ref>
 
{{cn|Nell'[[interpretazione (filosofia)|interpretazione]] che [[Hans Georg Gadamer]] dà di questo episodio, il pozzo in cui cade il filosofo milesio è visto come uno strumento di [[osservazione astronomica]], una sorta di [[cannocchiale]] "[[antica Grecia|greco]]", un luogo al riparo da riverberi e disturbi atmosferici, da dove poter meglio osservare gli [[Astro (astronomia)|astri]] [[oggetto celeste|celesti]] e le loro [[orbita|orbite]]}}, ma diviene anche il simbolo dell'«''audacia teoretica - [di chi] si serve di un tale scomodo azzardo - come quello di calarsi in un pozzo - per poi rimettersi all'aiuto di qualcun altro per riuscirne.''» <ref>H. G. Gadamer, Aforismi. Il pozzo di Talete, in Il mistero dell'inizio (Il Cammino della filosofia), intervista, EMSF-Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche, RAI, 5 gennaio 2000.</ref>
 
==Talete: primo "scienziato"==