Seconda battaglia di El Alamein: differenze tra le versioni

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In realtà la situazione dell'Armata italo-tedesca stava diventando sempre più difficile; i continui attacchi britannici e la netta superiorità delle forze aeree nemiche avevano progressivamente logorato le truppe dell'Asse; le formazioni corazzate erano rimaste dopo gli ultimi combattimenti con novanta carri tedeschi mentre il generale Montgomery disponeva ancora in prima linea, nonostante un rapporto di perdite a sfavore secondo un rapporto di circa 4 a 1, di oltre ottocento mezzi corazzati<ref>{{cita|Liddell Hart 1996|p. 423}}.</ref>. Il feldmaresciallo Rommel era pienamente consapevole dell'andamento sfavorevole della battaglia; la notizia arrivata alle 11:00 del 29 ottobre sull'affondamento della petroliera ''Luisiana'' con {{formatnum:1459}} tonnellate di benzina rafforzò questa convinzione. Il comandante era molto pessimista e discusse con il tenente colonnello Westphal sulla possibilità di organizzare una nuova linea di difesa a Marsa Matruh con tappa a Fuka; tuttavia mantenne nascosto con gli italiani il suo pessimismo e a mezzogiorno del 29 ottobre dichiarò al generale Barbasetti che "con la benzina disponibile sarebbe [stato] impossibile sganciarsi dal nemico. Non ci resta che resistere ad ogni costo ad El Alamein"<ref>{{cita|Irving 1978|p. 237}}.</ref>. Il 30 arrivò una cisterna con 600 tonnellate di benzina, equivalente al consumo di una giornata, e il feldmaresciallo Kesselring, giunto sul posto, affermò che ben presto sarebbero giunte squadriglie di aerei da trasporto provenienti dal [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte russo]] per migliorare il rifornimento dell'armata. In realtà nella fase finale della battaglia l'approvvigionamento delle forze italo-tedesche migliorò, e il feldmaresciallo Kesselring ricordò in seguito che quando le operazioni di ritirata iniziarono, si dovettero far saltare {{formatnum:12000}} tonnellate di munizioni nonostante spesso i comandanti si fossero lamentati della loro scarsità e in alcuni casi si fosse rinunciato a effettuare tiri di sbarramento nel preludio degli attacchi britannici. Gravissima era invece la carenza di veicoli<ref name="ReferenceC"/>.
 
La seconda offensiva massiccia degli alleati si svolse lungo la costa, inizialmente per catturare il rilievo di Tel el Aqqaqir. L'attacco iniziò alle 01:05 del 2 novembre, e vide l'impiego da parte britannica di ottocento carri armati, sostenuti dal fuoco di trecentosessanta cannoni e dall'aviazione. L'attacco di terra iniziò bene: sia la CLI che la CLII Brigata britannica, sostenute rispettivamente dai carri [[Mk III Valentine]] dell'[[8th Royal Tank Regiment|8th]] e del [[50th Royal Tank Regiment]], penetrarono per 4&nbsp;km attraverso le linee dell'Asse senza subire troppe perdite; il [[1st The Royal Dragoons|1st Royal Dragoons]] sfruttò le brecce aperte dalla fanteria dilagando nel campo aperto causando notevole caos nelle retrovie di Rommel. Alle 06:15 venne dato il via alla IX Brigata corazzata per raggiungere la pista nel deserto che portava a Sidi Abdel Rahman, tenacemente presidiata da fanti e pezzi anticarro del [[7º Reggimento bersaglieri]]. Al prezzo di settanta carri distrutti su novantaquattro, la IX Brigata corazzata riuscì a sfondare la posizione nemica dando modo alla II Brigata corazzata di attaccare l'adiacente quota 44 a Tell el Aqqaqir, dove venne però fermata, con pesanti perdite per entrambi gli schieramenti, dai carri e dai cannoni anticarro dell'del 7°º bersaglieri. Anche l'VIII Brigata corazzata, distaccata per l'occasione dalla 10ª alla 1ª Divisione corazzata, non riuscì ad avere la meglio sui tedeschi che presidiavano la posizione<ref>{{cita|Ford 2009|pp. 87-89}}.</ref>.
 
[[File:M13-40 AS1942.jpg|thumb|Un [[M13/40]] in Africa Settentrionale nel 1942]]