Attentato a Hitler del 20 luglio 1944: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 68:
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1983-0210-507, Berlin, Staatsakt für Admiral von Trotha.jpg|thumb|Il [[generale]] [[Friedrich Fromm]] (quarto da sinistra), comandante dell'esercito territoriale.]]
 
Olbricht suggerì che questo piano avrebbe potuto essere utilizzato per mobilitare l'esercito territoriale non contro la minaccia preventivata, ma viceversa contro le SS ede i vertici del partito. Tra l'agosto ede il settembre 1943 venne quindi redatto un nuovo piano Walküre da von Tresckow, che introdusse nuovi ordini supplementari per l'occupazione dei ministeri del governo di Berlino, del quartier generale di Himmler nella Prussia orientale, delle stazioni radio e delle centrali telefoniche, oltreché per la liberazione dei campi di concentramento<ref name=Fest1997219>{{Cita|Fest, 1997|p. 219}}</ref><ref>In precedenza, si credeva che fosse il tenente colonnello Claus Schenk von Stauffenberg il principale responsabile del piano Walküre, ma i documenti recuperati da parte dell'Unione Sovietica dopo la guerra e pubblicati nel 2007 suggeriscono che il piano fu sviluppato da Tresckow entro l'autunno del 1943.</ref>. L'operazione Valchiria poteva essere messa in atto esclusivamente dal generale [[Friedrich Fromm]], comandante dell'esercito territoriale, che quindi si trovò nella posizione di dover partecipare alla congiura oppure essere arrestato assieme agli altri funzionari governativi ede ai militari che fossero rimasti fedeli ad Hitler.
 
Il ruolo di Stauffenberg era indispensabile per l'attuazione del piano. Durante il colpo di Stato che avrebbe seguito la morte del Führer, Stauffenberg avrebbe dovuto fare immediatamente ritorno a Berlino per prendere il comando della milizia territoriale mentre il capo ufficio segnalazioni [[Erich Fellgiebel|Fellgiebel]], avrebbe dovuto telefonare a Berlino per dare la notizia della morte di Hitler, e ricevuta la notizia, il generale Friedrich Olbricht assieme al nuovo [[capo di Stato Maggiore]], al colonnello [[Albrecht Mertz von Quirnheim]] e ad altri ufficiali favorevoli al rovesciamento del governo, avrebbero avviato il piano Walküre. Questo era tuttavia debole in diversi punti: il generale Fromm era a conoscenza del complotto, ma fino a quel momento non aveva fatto nulla per fermarlo, e tra i congiurati si era fatta largo la convinzione che parimenti non avrebbe fatto nulla per ostacolarlo. Egli tuttavia aveva condizionato la sua adesione alla riuscita del colpo di Stato, ossia non ne avrebbe preso parte fino a quando il successo non fosse stato assicurato<ref name=Hoffmann155>{{Cita|Hoffmann, 1994|p. 155}}</ref>, quindi, in caso di fallimento era lecito pensare che si sarebbe schierato contro i partecipanti. In questo modo il suo eventuale rifiuto di inoltrare gli ordini relativi al piano, avrebbe impedito ai comandanti dei distretti militari la loro conferma, con il pericolo che questi avrebbero potuto opporre il rifiuto di eseguirli<ref name=Hoffmann155 />.
 
La verifica della morte di Hitler era un'altra delle variabili essenziali alla riuscita del piano, poiché, se l'attentato fosse fallito, le possibilità di iniziare l'operazione Valchiria erano praticamente inesistenti dato che i comandanti dei distretti non avrebbero obbedito ad ordini provenienti dalla milizia territoriale, se questi si fossero basati sulla notizia inesatta della morte del Führer. Il tempo necessario a von Stauffenberg per fare ritorno a Berlino, pari a circa tre ore, aggiungeva difficoltà al piano, poiché gli ordini per la mobilitazione della riserva territoriale erano firmati da Olbricht e da von Quirnheim; tuttavia, se dai distretti militari fosse pervenuta la richiesta, questi avrebbero dovuto essere confermati da Fromm, e di conseguenza von Stauffenberg non avrebbe potuto confermare nessun ordine prima del suo ritorno a Berlino. Inoltre se gli ordini non fossero partiti o se il blocco delle comunicazioni non avesse retto, lo stato maggiore di Hitler avrebbe potuto emanare i relativi contrordini<ref name=Galante19811112>{{Cita|Galante, 1981|pp. 11-12}}</ref>.