Il Popolo d'Italia: differenze tra le versioni

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«Il Popolo d'Italia» fu il giornale fondato a [[Milano]] da [[Benito Mussolini]], nel novembre [[1914]] dopo aver lasciato la direzione dell'«[[Avanti!]]». Dal [[1912]] Mussolini dirigeva l'organo del [[Partito Socialista Italiano]]. Nell'estate del 1914 alcuni socialisti entrarono i contrapposizione con la linea ufficiale decisa dalla Direzione Centrale del PSI, tesa a rifiutare l'intervento dell'Italia nella [[prima guerra mondiale]], scoppiata il 28 luglio [[1914]]<ref>{{cita web|url=http://www.italia-resistenza.it/wp-content/uploads/ic/RAV0053532_1998_211-213_13.pdf|titolo=Dolci corrispondenze. La Francia e i finanziamenti a “Il Popolo d’Italia” 1914-1917|accesso=31 dicembre 2016}}</ref>.
 
Dopo aver a lungo titubato, Mussolini si sentì sempre più trascinato verso questa componente dissidente. Il 18 ottobre pubblicò sulla [[Terza pagina]] dell'«Avanti!» un lungo articolo intitolato ''Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante", ''in cui rivolse un appello ai socialisti sul pericolo che una neutralità avrebbe comportato per il partito: la condanna all'isolamento politico<ref>{{chiarire|Cfr. Antonio Spinola, ''Mussolini''.|manca il numero della pagina e l'edizione}}</ref>. Due giorni dopo Mussolini si dimise dalla carica e iniziò, sempre a Milano, a lavorare alla fondazione di un giornale [[interventismo|interventista]].
 
Al progetto di finanziamento del quotidiano contribuirono, con laute somme, socialisti e radicali francesi (nelle persone di [[Joseph Caillaux]], [[Bolo Pascià]], [[Jules Guesde]], [[Marcel Cachin]]), personalità del Regno Unito (su tutti [[Samuel Hoare|Sir Samuel Hoare]] e [[Alfred Harmsworth|Lord Northcliffe]]), finanzieri russi, magnati svizzeri e tedeschi, oltreché tutto l'apparato industriale italiano, composto dalla [[famiglia Agnelli]], da entrambi i fratelli Perrone (proprietari dell'[[Ansaldo]]), l'industria petrolifera, gli industriali zuccherieri italiani, gli agrari emiliani, il Ministro degli Esteri italiano [[Antonino Paternò Castello, marchese di San Giuliano|Antonino Paternò Castello]] e la [[Banca Italiana di Sconto]].<ref>[[Luigi Salvatorelli]], [[Giovanni Mira]], "''Storia d'Italia nel periodo fascista''", Torino, Einaudi, 1956</ref>.