Pietro Durazzo (1632-1699): differenze tra le versioni

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m Modifico Carlo II (vissuto nel XV-XVI secolo) in Carlo Emanuele II, il duca che dichiarò guerra a Genova nel 1672.
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Tornato nel capoluogo ligure, nel corso del 1660 fu eletto nel magistrato di Sanità e ancora console delle fiere di cambio, fino al 1662, che all'epoca si tenevano nella cittadina di [[Novi Ligure]]; tra il 1662 e il 1665 fu uno dei padri del Comune e tra i protettori del [[Banco di San Giorgio]]. Nel corso del ventennio tra il 1660 e il 1683 ricoprì diversi incarichi istituzionali nei patronati e nei magistrati: protettore degli orfanelli (1666), magistrato dei Cambi e in quello dell'Abbondanza (1668), magistrato dell'Arsenale (1669), visitatore dei carcerati poveri (1676) e protettore dell'[[ospedale di Pammatone]] (1682-1683).
 
Nel 1672, allo scoppio delle ostilità con il [[Ducato di Savoia]] di [[Carlo II di Savoia|CarloEmanuele II]], Pietro Durazzo fu incaricato dal governo genovese di far parte di una costituita giunta governativa straordinaria. Fu estratto senatore e poi governatore della Repubblica nel biennio 1674-1675 dove si occupò della giunta per il Commercio e di quella sulle controversie tra artigiani e clienti insolventi; fu ancora nel magistrato dell'Arsenale, nell'ufficio della Moneta, nella giunta di Marina, supremo sindacatore (1677), conservatore della pace, inquisitore di Stato, membro dell'ufficio di Guerra e protettore del Banco di San Giorgio (1683).
 
Negli anni successivi che videro un forte contrasto diplomatico e politico tra la Repubblica di Genova e la [[Francia]] di [[Luigi XIV]] il nobile Pietro Durazzo mai nascose la sua "devozione" filo-francese (contrapposta ad una politica filo-spagnola o, ancora, per una maggiore "indipendenza economica-militare della Repubblica" appoggiate da altre famiglie aristocratiche genovesi) tanto che più volte cercò di frenare ogni atto governativo a danno dei Francesi, ma anzi invitando il governo a condurre un dialogo con la corona di Francia. Un epilogo che esplose nel maggio del 1684 con il pesante e dannoso [[Bombardamento navale di Genova (1684)|bombardamento navale]] della flotta di Luigi XIV ai danni della città genovese. Pure in quell'occasione, a ridosso dell'ultimatum presentato dal marchese Colbert di Seignelay al governo di Genova, Pietro Durazzo fu uno dei quattro membri del [[Maggior e Minor Consiglio della Repubblica di Genova|Minor Consiglio della Repubblica]] (su 200 membri totali, oltre ai 20 componenti dei Collegi, al doge e ai procuratori perpetui) che votarono contro alla risposta negativa che, di li a poco, diede il via al bombardamento francese.