Assedio di Atene (87 a.C.): differenze tra le versioni

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Demolì, infine, il grande muro che conduceva da Atene al Pireo, utilizzandone le pietre, il legname e la terra, per la costruzione di una serie di [[rampa d'assedio|rampe]].<ref name="AppianoMitridatiche30"/> [[Appiano di Alessandria]] racconta alcuni episodi di quell'assedio, che mise a dura prova la [[Armi d'assedio (storia romana)|macchina da guerra romana]]:
{{Citazione|Due schiavi ateniesi del Pireo, o perché volevano favorire i Romani o poiché in quello stato di emergenza cercavano una via di salvezza, scrissero tutto ciò che vedevano [all'interno delle mura], chiuso il loro scritto in proiettili di piombo, li gettarono contro i Romani con delle fionde. Poiché ciò fu fatto continuamente, ne venne a conoscenza il comandante romano [[Lucio Cornelio Silla|Silla]], il quale prestò attenzione alle missive raccolte, e trovò una che raccontava: "''Domani la fanteria farà una sortita sopra i vostri soldati che stanno lavorando, e la cavalleria [ateniese] attaccherà l'[[esercito romano]] su entrambi i fianchi.|[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 31.}}
 
Silla, posta una forza sufficiente pronta ad intervenire, quando Greci e Pontici si precipitarono fuori dalle mura con il pensiero che la loro irruzione avrebbe costituito una sorpresa per l'esercito romano, trovarono loro un'inaspettata sorpresa. La riserva di truppe romane nascoste piombò infatti sul nemico e ne fece grande strage, costringendo i sopravvissuti a difendersi nei pressi della spiaggia lì vicina. Questa vittoria diede grande morale ai Romani.<ref name="AppianoMitridatiche31">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 31.</ref>