Banu Ghaniya: differenze tra le versioni

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Il "califfo" almohade [[Abd al-Mu'min|ʿAbd al-Muʾmin]] riuscì a conquistare la capitale almoravide [[Marrakesh]] nel 1147, portando a termine una carneficina: uccise il giovanissimo sultano almoravide [[Ibrahim ibn Tashfin]] e il suo reggente, lo zio [[Ishaq ibn Ali]] nonché la comunità [[storia degli ebrei in Marocco|ebraica]] della città e la milizia cristiana (i [[farfanes]], i mercenari [[Regno di Castiglia|castigliani]] al servizio degli Almoravidi).
 
ʿAbd al-Muʾmin arrivò fino in [[Ifriqiya]], (attuale [[Tunisia]] con alcune parti di [[Algeria]] e [[Libia]]) massacrando le guarnigioni collocate nelle città costiere dai re [[normanni]] di [[Sicilia]], riuscendo a conquistare tra il 1158 e il 1160 le città di [[Annaba]], [[Mahdia]], [[GabesGabès]] e [[Tripoli]], ponendo così fine anche al [[Regno normanno d'Africa]]. Il successore di ʿAbd al-Muʾmin, [[Abu Ya'qub Yusuf I]], conquistò anche la [[Spagna musulmana]].
 
Il primo dei Banū Ghāniya fu [[Muhammad ibn Ali ibn Yusuf]], un figlio di ʿAlī b. Yūsuf che nel 1126 venne nominato dal padre governatore delle [[isole Baleari]].<ref>Clifford Edmund Bosworth, ''The New Islamic Dynasties: A Chronological and Genealogical Manual'', Edinburgh University Press, 2004, p. 21 </ref> I suoi successori continuarono a governare le Baleari, dedicandosi alla guerra di corsa, fino al 1201, anno in cui il califfo almohade [[Muhammad al-Nasir]] conquistò le isole. Dal 1180, sotto il sultano [[Ali ibn Ishaq|ʿAlī b. Isḥāq]], sfidando il potere dell'[[almohade]] [[Abū Yūsuf Yaʿqūb al-Mansur]], lanciarono attacchi contro l'[[Ifriqiya]] e il [[al-Maghreb al-Awsaṭ|Maghreb centrale]], conquistando [[Béjaïa]], [[Costantina (Algeria)|Costantina]], [[Gafsa]], [[Tunisi]] e [[Algeri]].<ref>Abun-Nasr, 1987, p. 99 </ref> Riconobbero il califfo [[abbaside]] [[al-Mustadi']], ricevendo da lui il titolo di "eredi degli Almoravidi".<ref>Abun-Nasr 1987, p. 100</ref> Anche il Maghreb centrale e l'Ifriqiya vennero riconquistati da [[Muhammad al-Nasir]], e proprio qui vennero definitivamente sconfitti.<ref> Charles-André Julien, ''Histoire de l'Afrique du Nord, des origines à 1830'' </ref>