Bodhisattva: differenze tra le versioni

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{{q|Diventa allora molto difficile dire, come fanno molti libri diffusi in Occidente, che il ''bodhisattva'' pospone il ''nirvāṇa''. Quale ''nirvāṇa'' si suppone posponga?|Paul Williams. ''Op.cit.''}}
 
[[Philippe Cornu]]<ref>''Dizionario di Buddhismo'', pagg. 69 e segg.</ref>, nel ricordare la suddivisione di ''bodhisattva'' d'"intelligenza graduale" (ovvero il seguace dello ''[[HinayānaHīnayāna]]'' che pur avendo superato gli oscuramenti passionali deve ancora superare quelli cognitivi), da quello di "intelligenza immediata" (che prende i voti da ''bodhisattva'' fin dall'inizio del suo cammino di perfezionamento), evidenzia che quest'ultimo non "entra nella corrente" (''[[śrota āpanna]]''<ref>Nel [[Buddhismo Theravāda]] lo ''śrota āpanna'' ([[pāli]] ''sotāpanna'') è colui il quale si avvia a liberarsi dai primi ostacoli e quindi a comprendere in modo simultaneo la dottrina delle [[Quattro nobili verità]].</ref>) poiché la corrente che consente il ''nirvāṇa'' è imperfetta dal punto di vista dei ''bodhisattva''. Non solo il ''bodhisattva'':
{{q|Non diventa quindi nemmeno un ''sakṛdāgāmin'', "colui che torna una sola volta"<ref>Nel [[Buddhismo Theravāda]] il ''sakṛdāgāmin'' ([[pāli]] ''sakadāgami'') è colui che avendo compreso la dottrina delle [[Quattro nobili verità]] è libero dagli ostacoli passionali.</ref>, perché accetta di attraversare innumerevoli rinascite. A maggior ragione non diventa un "senza ritorno" (sans. ''anāgāmin''<ref>Nel [[Buddhismo Theravāda]] il ''anāgāmin'' ([[pāli]] ''anāgāmi'') è colui che si avvia a divenire un ''[[arhat]]'' ([[pāli]] ''arahat'').</ref>) perché esce dai ''[[dhyāna]]'' per rinascere nel regno del desiderio (sans. ''kāmadhātu''). Ma quando raggiunge la perfetta Illuminazione abbandona non soltanto gli oscuramenti delle passioni diventando così un ''[[arhat]]'', ma anche quelli della conoscenza diventando un ''[[tathāgata]]'' onnisciente.|Philippe Cornu. ''Op.cit.''}}