Cinema giapponese: differenze tra le versioni

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Il 1º settembre [[1923]] il «[[Grande Terremoto del Kanto]]» devasta la regione della città di [[Tokyo]], danneggiando gravemente gli studi cinematografici della Shōchiku a [[Kamata]] e della Nikkatsu a [[Mukōjima]]. La conseguente impossibilità di garantire l'abituale fornitura di film rende necessaria una massiccia importazione di film occidentali, hollywoodiani ed europei, molto apprezzati dal pubblico. I capolavori di autori quali [[Fritz Lang|Lang]], [[Friedrich Wilhelm Murnau|Murnau]], [[Josef von Sternberg|Sternberg]], [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] e [[Erich von Stroheim|Stroheim]] esercitano un'influenza determinante sui giovani cineasti giapponesi che esordiscono in quegli anni, offrendo loro riferimenti tecnici ed estetici fondamentali.<ref name=Tessier24>Max Tessier, op. cit., pp. 24</ref>
 
Alla catastrofe segue un periodo di assestamento e poi di grande ripresa. Il cinema giapponese conosce fra gli anni venti e i primi anni trenta un'autentica «età dell'oro»,<ref name=Tessier24/> di cui sono artefici, fra gli altri, [[Yasujirō Shimazu]] (''Yama no senroban'', 1923; ''Mura no sensei'', [[1925]]), [[Teinosuke Kinugasa]] (''Kurutta ippêji'', [[1926]]; ''Jōjirū'', [[1928]]), [[Kenji Mizoguchi]] (''Taki no shiraito'', [[1933]]), [[Hiroshi Shimizu]], [[KajiroKajirō Yamamoto]], [[Daisuke Itō]] (''Zanshin zambaken'', [[1929]]), [[Heinosuke Gosho]] (''Sabishiki ranbomono'', [[1927]]; ''Mura no hanayome'', 1928), [[Tomotaka Tasaka]], [[Yasujiro Ozu|Yasujirō Ozu]] (''Umarete wa mita'', [[1932]]; ''Tokyo no onna'', 1933; ''Dekigokoro'', 1933), [[Tomu Uchida]] (''Ikeru ningyo'', 1929; ''Adauchi senshu'', [[1931]]), [[Hiroshi Inagaki]] (''Chuji Kunisada'', 1933; ''Shinsengumi'', [[1934]]; ''Daibosatsu toge'', [[1935]]-[[1936]]), [[Shiro Toyoda]] e [[Mikio Naruse]] (''Kimi to wakarete'', 1933; ''Yogoto no yume'', 1933; ''Kagiri naki hodo'', 1934).
 
In una produzione in buona parte fondata su adattamenti letterari e teatrali, alcuni autori, come Mizoguchi, Ozu e Naruse, si dedicano soprattutto a film di ambientazione contemporanea, i ''[[gendai-geki]]'', sia in chiave di commedia che di dramma, mentre altri, come Ito, Inagaki, Kinugasa e Uchida si specializzano nei film d'epoca, i ''[[jidai-geki]]'', o ''chanbara'', preferiti dal grande pubblico.<ref>Max Tessier, op. cit., pp. 28</ref> Un crescente successo ottiene una forma di commedia definita ''nansensu mono'' ("film dell'assurdo"), equivalente dello ''[[slapstick]]'' americano, a cui contribuiscono registi rientrati da Hollywood come [[Yutaka Abe]] e [[Frank Tokunaga]].<ref>Maria Roberta Novielli, op. cit., pp. 41-42</ref>
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[[File:Hawai Mare oki kaisen poster.jpg|thumb|Locandina del film ''Hawaï Mare ooki kaisen'' ([[1942]]).]]
 
Alcuni cineasti, quali [[Yasushi Sasaki]], [[Hisatora Kumagai]] e [[Yutaka Abe]], si mettono al servizio della propaganda nazionale. I due più importanti autori del nazionalismo nipponico sono [[Tomotaka Tasaka]], autore di ''Gonin no sekko-hei'' ("I cinque soldati esploratori") (1937) e ''Tsuchi to heitai'' ("Terra e soldati") (1939),<ref name=Tessier36/> e [[KajiroKajirō Yamamoto]], che realizza per la Toho opere quali ''Hawaï Mare ooki kaisen'' ("La guerra navale dalle Hawaii alla Malesia") (1942), dall'impressionante ricostruzione dell'[[attacco di Pearl Harbor]], ''Kato hayabusa sentotai'' ("I falchi del generale Kato") ([[1944]]) e ''Raigekitai shutsudo!'' ("Avanti le squadre di torpediniere!") (1944).<ref name=Tessier37>Max Tessier, op. cit., p. 37</ref>
 
In un simile contesto, ostile all'espressione artistica personale, i maggiori autori dell'epoca tentano invece di conservare una relativa indipendenza, ripiegando su temi "innocui", quale le biografie di artisti o il repertorio kabuki.<ref name=Tessier37/> È il caso di Mizoguchi, con ''Zangiku monogatari'' ("Storia di crisantemi tardivi") (1939), ''Geido ichidai otoko'' ("Vita di un attore") (1941), una versione in due parti del classico ''I quarantasette ronin'' (''Genroku Chushingura'') (1941-1942) e un adattamento di ''Miyamoto Musashi'' (1944), e di Mikio Naruse, con ''Tsuruhachi Tsurujiro'' (1938). Un altro cineasta di primo piano, Yasujiro Ozu, in questo periodo riesce a realizzare solo tre film, perché coinvolto più direttamente nell'impegno bellico: come membro dell'esercito imperiale trascorre due anni in Cina ed in seguito viene fatto prigioniero a Singapore e rientra in Giappone solo a guerra conclusa, nel [[1946]].<ref>Max Tessier, op. cit., p. 38</ref>