Nino Borsari: differenze tra le versioni
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Professionista dal 1934 al 1936 e nel 1948, fu campione olimpico nell'inseguimento a squadre con [[Marco Cimatti]], [[Alberto Ghilardi]], [[Paolo Pedretti]] ai [[Ciclismo ai Giochi della X Olimpiade|Giochi olimpici]] di [[Los Angeles]] nel 1932.
Dopo essere rimasto bloccato in Australia all'inizio della seconda guerra mondiale, divenne un punto di riferimento della comunità degli immigrati italiani.<ref>{{cita news|autore=Miria Burani|titolo=Nino Borsari - Australia|pubblicazione=Gazzetta di Modena|data=
==Biografia==
[[File:Nino Borsari 2.jpg|miniatura|sinistra|Nino Borsari nel 1932]]
Nato a [[Villa Motta]] (frazione di [[Cavezzo]], in provincia di Modena) in una famiglia povera, iniziò a lavorare come garzone per una farmacia, utilizzando una bicicletta per le consegne dei medicinali. Un giorno, una squadra di ciclisti professionisti passò per Motta e Borsari li inseguì, finendo per farsi notare: ricevette così in regalo una bicicletta da corsa.<ref name=ER>{{cita web|titolo=Nino Borsari, il re del quartiere italiano di Melbourne|sito=Emiliano-Romagnoli nel mondo|editore=Regione Emilia-Romagna|data=
All'età di 19 divenne campione italiano giovanile del mezzofondo<ref>{{cita web|autore=Maurizio Ricci (Morris)|titolo=Nino Borsari|sito=Museo del ciclismo|url=http://www.museociclismo.it/content/articoli/10537-Nino-Borsari/index.html|accesso=27 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180727154722/http://www.museociclismo.it/content/articoli/10537-Nino-Borsari/index.html|dataarchivio=27 luglio 2018|urlmorto=no}}</ref> e, nel 1932 a Los Angeles, a 21 anni riuscì a battere con la sua squadra il record olimpico nelle qualificazioni e a vincere la medaglia d'oro, battendo la squadra francese al velodromo ''Rose Bowl'' di [[Pasadena]].
[[File:Nino Borsari (Borsari Gardiol).jpg|miniatura|destra|Nino Borsari]]
Ritornato a casa, Nino Borsari venne insignito del titolo di Cavaliere e portato in trionfo dai concittadini di Cavezzo, che decisero di costruirgli un velodromo in terra battuta per potersi allenare comodamente: l'impianto, tuttora esistente e con una lunghezza di corda interna di 376,8 metri e curve con pendenza di 40°, venne costruito da un gruppo di volontari su un terreno dell'amministrazione comunale e terminato alla fine del 1933.<ref>{{cita web|titolo=Velodromo sorico Nino Borsri|sito=Visit Modena|url=http://www.visitmodena.it/it/informazioni-turistiche/divertimento-e-relax/sport/piste-ciclismo-auto-moto/velodromo-storico-nino-borsari|accesso=27 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180727154723/http://www.visitmodena.it/it/informazioni-turistiche/divertimento-e-relax/sport/piste-ciclismo-auto-moto/velodromo-storico-nino-borsari|dataarchivio=27 luglio 2018|urlmorto=no}}</ref> L'inaugurazione ufficiuale avvenne il 29 aprile 1934 alla presenza di molti campioni.<ref>{{cita news|titolo=Quando Cavezzo costruì per lui un vero velodromo|pubblicazione=Gazzetta di Modena|data=
Nel 1934 divenne professionista e iniziò a gareggiare in molte gare su pista, vincendo e guadagnando molti premi. Nello stesso anno giunse secondo alla [[Milano-Modena]].
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Oltre ad essere un brillante ciclista, Borsari era anche un autentico uomo di spettacolo, amato dalle folle. Divenne molto famoso negli Stati Uniti, dove gareggiò alla [[Sei giorni]] del ''[[Madison Square Garden]]''. In una gara a [[Coney Island]] (New York) riuscì a battere [[Fred Spencer]].
Grazie alla sua fama, venne invitato in [[Australia]] nel 1934 per partecipare ad una corsa organizzata per festeggiare il centenario di fondazione dello [[Victoria (Australia)|Stato di Victoria]].<ref name="Glo11Apr34">{{
Nel 1935 vinse il Circuito Emiliano-Lombardo a Reggio Emilia<ref>{{cita web|titolo=Storia di Nino Borsari|sito=Museo del ciclismo|url=http://www.museociclismo.it/content/articoli/292-Storia-di-Nino-Borsari/index.html|accesso=27 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180727154723/http://www.museociclismo.it/content/articoli/292-Storia-di-Nino-Borsari/index.html|dataarchivio=27 luglio 2018|urlmorto=no}}</ref> e nel 1936 Borsari partecipò al [[Giro d'Italia 1936]], senza risultati di nota.
[[File:Borsari's Corner, Carlton, Melbourne, Victoria, Australia.jpg|miniatura|destra|Il ''Borsari's Corner'' a Carlton (Melbourne)]]
Ogni inverno veniva invitato a correre in Australia, dove in pochi anni riuscì a vincere 113 gare su 133. Mentre era in procinto di imbarcarsi al porto di [[Sydney]] per tornare in Italia nel 1939, vi fu lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]]. Per tale motivo, venne blccato dalle autorità australiane ed internato per alcuni mesi, fino a quando alcuni personaggi sportivi australiani riuscirono a farlo liberare.<ref name=ER/> Secondo altre fonti, invece, non venne internato.<ref name=obituary>{{
Nel 1940 sposò la cantante lirica Fannì Cestèr (originaria di [[Pasiano di Pordenone]] e morta nel 1988), da cui ebbe due figli, Nino junior e Diana.<ref name=Broughton>{{cita pubblicazione|titolo=Nino Borsari|autore=Elizabeth Broughton|pubblicazione=IHS Journal|pp=28-31|url=http://www.coasit.com.au/IHS/journals/Individual%20Journal%20Extracts/Nino%20Borsari%20from%20IHS%20Journal0030.pdf|accesso=27 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180313185713/http://www.coasit.com.au/ihs/journals/Individual%20Journal%20Extracts/Nino%20Borsari%20from%20IHS%20Journal0030.pdf|dataarchivio=13 marzo 2018|urlmorto=no}}</ref>
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Con il passare degli anni, l{{'}}''Emporium Borsari'' divenne il centro di riferimento per i nuovi immigrati dall'Italia e Nino Borsari divenne il "sindaco" non ufficiale del quartiere italiano di Melbourne e soprannominato il Re di [[Carlton (Victoria)|Carlton]] (''King of Carlton'').<ref name=obituary/>
Nino Borsari sostenne il governo australiano per promuovere il ciclismo, organizzando competizioni e fondando il club ciclistico dello Stato di Victoria. Nel 1948 tornò in Europa per le sue ultime gare in pista e volò a Londra per sostenere la candidatura di Melbourne ad ospitare le olimpiadi del 1956; la città australiana riuscì poi a vincere l'assegnazione, battendo per un voto Buenos Aires.<ref name=obituary/> L'opera di Borsari sullo sport a Melbourne fu di vasta portata, piché divenne un ambasciatore dello sport itinerante, invitando nella città australiana quasi tutti i campioni olimpici e mondiali di ciclismo italiani per quasi vent'anni. Organizzò anche incontri di boxe con campioni di alto livello (tra cui quello che vide la celebre sconfitta di [[Nino Benvenuti]] contro Tom Bethea nel marzo 1970), fondò la squadra calcistica della [[Juventus Melbourne]]<ref>{{cita libro|titolo=Cinque cerchi: Storie degli ori olimpici italiani|autore=Roberto Condio|editore=Baldini & Castoldi|isbn=
Nel 1962 il presidente della repubblica [[Antonio Segni]] gli conferisce l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana.<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Commonwealth of Australia Gazette, Part 4|editore=Australia Authority|anno=1962|p=3915|url=https://books.google.it/books?id=RHo1K8iio94C&q=%22nino+borsari%22+%22cavaliere%22&dq=%22nino+borsari%22+%22cavaliere%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjMq6_Rw7_cAhVFYJoKHagkDVgQ6AEIKzAB}}</ref><ref name=Broughton/>
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