Giudicato di Arborea: differenze tra le versioni

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=== Estinzione del giudicato di Arborea ===
Nella primavera dello stesso anno [[Guglielmo III di Narbona|Guglielmo II di Narbona]] (Guglielmo III d'Arborea) fece ritorno dalla Francia, organizzò i territori superstiti e spostò la "capitale" del regno a Sassari. Con l'aiuto di Nicolò Doria riprese il castello di Longosardo e minacciò Oristano ed Alghero dove Pietro Torrelles, il capitano generale e luogotenente del re morì in quell'anno di malaria. La guerra continuava e tra il 5 ed il 6 maggio [[1412]] riuscì ad entrare ad Alghero insieme a miliziani sassaresi e francesi, ma fu poi respinto e costretto a desistere dall'accanita resistenza degli algheresi. Convinto di non poter raddrizzare la situazione, trattò prima con [[Ferdinando I d'Aragona]] dei [[TrastamaraTrastámara]], poi col figlio [[Alfonso il Magnanimo]].
 
L'accordo fu raggiunto il 17 agosto [[1420]] e il regno fu venduto per {{Formatnum:100000}} fiorini d'oro. Dopo il [[1410]] la Marmilla regnicola fu tenuta direttamente da Cagliari per le provviste granarie della città, poi fu promessa, nel [[1415]], da Ferdinando I de Antequera al Cubello per non essersi schierato coi ribelli sardi e a lui fu ceduta nel marzo del [[1416]], assieme a Valenza, per la somma di 25.000 fiorini d'oro d'Aragona versati al fisco regio. Restarono fuori dall'accordo [[Gesturi]], [[Tuili]] e [[Villamar]] e alcuni castelli infeudati a Gerardo de Doni durante la [[battaglia di Sanluri]].<ref>Cuccu, p. 216</ref>