Genovino: differenze tra le versioni

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[[Cornelio Desimoni]] e Lopez, ritengono che il peso di quest'ultima moneta sia stato modellato su quello di una moneta già in uso nel mediterraneo, il [[tarì]]. Questa aveva, di fatto, peso piuttosto irregolare, ma il peso del tarì di conto corrisponde a quello della quartarola.
 
È lecito supporre che l'ottavino rappresentasse una sorta di mezzo tarì (notevolmente migliorato nella lega), la quartarola un tarì e il genovino il soldo di tarì. Aveva lo stesso peso (3,5 g) e titolo (24 K); il diametro era di circa 20 mm. Al dritto aveva la porta di un castello (tipica delle monete di Genova) e intorno ''+ I A N U A'', cioè "porta" in latino che assonava con il nome della città e che era stato usato anche nelle prime monete.
 
Al dritto aveva la porta di un castello (tipica delle monete di Genova) e intorno ''+ I A N U A'', cioè "porta" in latino che assonava con il nome della città e che era stato usato anche nelle prime monete.
<br>Al rovescio la [[croce araldica]] e intorno CVNRADVS REX, cioè [[Corrado III di Svevia|Corrado III]] che nel [[1139]] aveva concesso alla città il diritto di battere moneta.

Dopo il [[1339]], con [[Simone Boccanegra]], primo [[dogi della Repubblica di Genova|doge]] della [[Repubblica di Genova]], si iniziò a mettere l'indicazione dogale con la scritta: '' ''X'' DVX IANVENSIVM PRIMVS''.
 
== Bibliografia==