Vallo della Lucania: differenze tra le versioni

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L'antico nome di Vallo della Lucania era, secondo lo storico Giuseppe Maiese, ''Castrum Cornutum'', dal luogo di origine dei suoi fondatori, che, provenienti da Cornutum, città della [[Dalmazia]], vi giunsero non più tardi del [[secolo IX]]. Se la prima menzione sul Casale dei “Cornuti” risale a due pergamene del [[secolo XIII]], ritrovate nella Badia di Cava, già un documento del [[1052]] – come evidenzia l'Ebner – parla di un “loco cornito”, che, per le caratteristiche di nodo viario accessibile e di fiorente polo di sviluppo economico, è residenza di un funzionario longobardo, delegato dal governo centrale nell'amministrazione politico-giuridica-militare della zona. Al suo nome – Castrum Cornutorum – appare verosimile, secondo il Rossi, sia collegato l'appellativo carniculari attribuito ai capi del presidio romano, funzionari nell'amministrazione periferica.
 
In realtà Vallo era costituita da due casali – Spio e Cornuti (o Vallo) – divisi da un fiume attraversato da due ponti, poi ricoperto nel tratto antistante al Municipiomunicipio, nell'odierna piazza Vittorio Emanuele.
Lo sviluppo del borgo (costituito da una serie di fondi rustici, appartenenti ai signori della baronia di [[Novi Velia|Novi]]) si ebbe, alla fine del [[secolo XV]], quando esso passò sotto il dominio della Santa Casa dell'Annunziata di Napoli. Dopo il [[secolo XVI]], durante il quale si registrò una continua ascesa economico-sociale, nel corso del Seicento, nonostante le continue carestie e la peste che aveva distrutto intere popolazioni, Spio e Cornuti assestarono il loro ruolo di rilievo nell'ambito dello Stato di Novi.
 
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Per opera del clero, sul finire del secolo XVIII, assunse il ruolo di fiorente centro culturale, con la fondazione di scuole di teologia, filosofia e grammatica. Dal [[1811]] al [[1860]] divenne capoluogo dell'omonimo [[Distretto di Vallo|distretto]] del [[Regno delle Due Sicilie]]; nel [[1808]] - per volere di [[Gioacchino Murat]] - i Casali di Massa, Angellara e Pattano furono annessi al Comune di Vallo, nato dall'unificazione dei due storici casali, come rappresentato nello stemma del comune, che raffigura nella parte superiore un cuore squarciato da due mani (Corinoti), e in quella inferiore una torre con sentinella (Spio).
 
Nel [[1809]] furono istituite le scuole pubbliche, e Vallo fu elevata a sede di Sottointendenza e di Consiglio Distrettuale. Nel [[1850]] fu inaugurato il [[Tribunale]]tribunale circondariale e nel [[1851]] vi si stabilì l'omonima [[Diocesi di Vallo della Lucania|Diocesidiocesi]]. A partire dai moti del [[1820]]-[[1821|21]], passando per [[moti del Cilento (1828)|quelli del 1828]] e del [[moti del Cilento (1848)|1848]], fino all'epopea [[Giuseppe Garibaldi|garibaldina]], Vallo della Lucania rappresentò l'anima e il centro propulsore di ogni iniziativa patriottica e rivoluzionaria.
 
Dal [[1860]] al [[1927]], durante il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] è stato capoluogo dell'omonimo [[Circondario di Vallo della Lucania|circondario]].
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Vallo della Lucania, insignita del [[titolo di città]] con un decreto del Presidente della Repubblica [[Carlo Azeglio Ciampi]], con le frazioni di Massa, Angellara e Pattano, conta un numero di abitanti pari a 8.855 unità, e si può definire come il centro commerciale e di servizi più importante del [[Cilento]].
In promiscuità con i comuni di [[Novi Velia]] e [[Cannalonga]], Vallo detiene la proprietà territoriale del [[monte Gelbison]], montagna sacra, {{senza fonte|che vanta uno dei luoghi di culto più rinomati del Meridione}}, il Santuariosantuario della Madonna di Novi Velia. Questo antichissimoantico santuario basiliano si trova a solidista 20 chilometri di distanza da Vallo, ada un'altezza di 1700 m, {{senza fonte|ed è meta ogni anno di migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte d'Italia {{citazione necessaria}}.
 
Il 28 novembre del 2008 è ricorso il bicentenario dell'istituzione del comune, avvenuta ad opera dell'allora re di Napoli Giuseppe Bonaparte. Il toponimo originale era semplicemente "Vallo", mentre il suffisso "della Lucania" venne aggiunto soltanto dopo l'Unità d'Italia.