Corrado Bonfantini: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nato da famiglia di antica tradizione socialista (suo [[Giuseppe Bonfantini|padre]] è stato [[sindaco]] di Novara prima dell'avvento del fascismo e suo fratello era lo scrittore [[Mario Bonfantini]]), aderisce giovanissimo al [[Partito Comunista d'Italia|Partito comunista d'Italia]], per poi distaccarsene nel [[1933]]. Avvicinatosi all'organizzazione clandestina del [[Partito Socialista Italiano|Partito socialista italiano]], è più volte arrestato per attività [[antifascismo|antifascista]], deferito al Tribunale speciale <ref>Ordinanza n. 212 dell'8.8.1928 contro Corrado Bonfantini e altri (“Organizzazione comunista in provincia di Novara. Ricostituzione del PCd'I, propaganda sovversiva”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le Sentenze istruttorie e le Sentenze in Camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall'anno 1927 al 1943'', Milano 1980 (ANPPIA/La Pietra), vol. I, p. 215</ref> e condannato al carcere e al confino.<ref>Commissione di Milano, ordinanza del 28.7.1933 contro Corrado Bonfantini (“Organizzazione comunista: tentativo di impiantare una radio trasmittente per lanciare un messaggio in occasione del 1. Maggio”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943'', Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. I, p. 256;</ref><ref>Commissione di Milano, ordinanza dell'11.5.1943 contro Corrado Bonfantini (“Creazione di un movimento unitario antifascista”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, ''L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943'', Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. I, p. 333</ref>
 
Il 10 gennaio [[1943]] costituisce, insieme con altri socialisti, il [[Movimento di Unità Proletaria]] e partecipa alla [[Resistenza italiana|resistenza]] come comandante delle [[Brigate Matteotti]] a [[Milano]]. In tale veste, nei primi mesi del [[1945]], è protagonista di un controverso tentativo di mediazione con alcuni emissari della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]] (tra i quali l'ex socialista [[Carlo Silvestri]]), finalizzato ad un passaggio di poteri incruento, nel Nord Italia, tra il fascismo repubblicano e le formazioni socialiste. La discussa operazione si svolge al di fuori di ogni copertura da parte del [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLNAI]].