Umberto Trabattoni: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Imprenditore [[Brianza|brianzolo]] nell'ambito della compravendita e lavorazione dei filati di lana e del cotone. Arrivò al vertice del {{Calcio Milan|N}} nel [[1940]] in veste di Commissario straordinario fino alla reggenza ''[[pro tempore]]'' di [[Antonio Busini]] nel [[1944]], per poi divenire presidente all'indomani della Liberazione, nell'aprile del [[1945]]. Mantenne la presidenza fino al [[1954]], per poi passarla nelle mani di [[Andrea Rizzoli]].
 
Abile nell'acquisto dei giocatori, costituì al Milan il trio svedese [[Gre-No-Li]], formato da [[Gunnar Gren]], [[Gunnar Nordahl]] e [[Nils Liedholm]]. Viene ricordato anche per essere il presidente che portò lo scudetto al {{Calcio Milan|N}} dopo 44 anni di digiuno (l'ultimo campionato vinto dai rossoneri prima di questo successo era infatti datato 1907)<ref>[http://www.magliarossonera.it/195051_albumscudetto.html Album dello scudetto 1950-1951]</ref><ref>[http://yankees.altervista.org/milan/partite/gazza51.JPG Prima pagina della Gazzetta dello Sport] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160305152115/http://yankees.altervista.org/milan/partite/gazza51.JPG |data=5 marzo 2016 }}</ref>. Infatti sotto la sua presidenza il Milan, da società che faticava a stare al passo con i tempi e che non aveva completato la trasformazione da società dilettantistica a società moderna, colmò il ''gap'' con le altre squadre<ref name="Panini, 1999|p. 216">{{cita|Panini, 1999|p. 216}}.</ref>. Ai rossoneri, nei decenni precedenti, mancava infatti quella maturità che avrebbe evitato molte sconfitte con le società minori, a fronte di ottimi risultati con le squadre più blasonate: questa contraddizione aveva poi impedito al Milan di vincere il titolo nazionale per decenni<ref name="Panini, 1999|p. 216"/>. Altro cambiamento importante del Milan sotto la presidenza di Umberto Trabattoni fu nella filosofia di gioco: da squadra operaia e corsara che si basava molto sulla forza fisica, il Milan diventò depositario di una filosofia che iniziò a prediligere l'organizzazione di squadra e il bel gioco<ref name="Panini, 1999|p. 216"/>.