Saverio Bettinelli: differenze tra le versioni
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La sua fama è legata principalmente all'opera di critico letterario ricca di umori antiaccademici e antiretorici, ma si fece notare anche per le sue opere di carattere prettamente [[illuminismo|illuministico]]. Nel [[1757]] scrisse le ''Lettere a Virgilio'' (o ''Lettere virgiliane''), opera composta da 10 lettere di cui le prime tre sono una celebre stroncatura della ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]]<ref>{{Cita|Fubini}}</ref>, riguardo alla quale Bettinelli affermò: «''Sia posto tra i libri di erudizione, e della Commedia si lascino solo taluni pezzi che, raccolti e, come meglio si può, ordinati, formino non più di cinque canti''»<ref>Saverio Bettinelli - [[:S:Pagina:Dieci lettere di Publio Virgilio Marone.djvu/64#BD9|Lettere di Virgilio agli Arcadi di Roma — Lettera IX.]]</ref>. Nonostante gli riconosca tratti poetici e possenza linguistica, il Bettinelli disprezza l'opera dantesca in quanto contrastante con il più formale classicismo e per gli ideali illuministici così lontani dal [[Filosofia medievale|pensiero medievale]], facendo concludere a [[Mario Fubini]] che:
{{Citazione|Di fatto l'importanza delle Virgiliane, anche per il particolare problema dantesco, non sta nelle conclusioni [...] bensì nella sua efficacia polemica, attestata non meno che dalle lodi di un [[Voltaire]] e degli uomini [[Il Caffè (Verri)|del Caffè]], dalle confutazioni che se ne tentarono, la
=== Critico di Petrarca ===
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