Canicattì: differenze tra le versioni
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La signoria dei Bonanno durò fino a tutto il [[XVIII secolo|Settecento]], ma verso la fine del secolo iniziò il suo declino; la società feudale si avviava a scomparire.
L'ultimo dei Bonanno, nel [[1819]], cedette la signoria di Canicattì al barone Gabriele Chiaramonte Bordonaro.
Dopo le sommosse e rivoluzioni del [[1848]] e [[1859]]/[[1861|61]], raggiunta l'unità d'Italia a Canicattì sorsero banche, mulini e stabilimenti che incrementarono il commercio. Per tutto il corso del Novecento l'economia della città si è basata fondamentalmente sull'agricoltura (uva da tavola soprattutto), commercio e settore terziario.
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