Opera dei congressi e dei comitati cattolici: differenze tra le versioni

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Sull'onda del successo di quelle assise nacquero due nuove riviste cattoliche: in ottobre Giovanni Battista Valente fondò a Genova «Il Popolo Italiano» e nel gennaio del 1898 uscì a Roma «[[Cultura Sociale|Cultura sociale]]» di don [[Romolo Murri]].
 
Il [[1898]] fu un anno cruciale per tutto il movimento cattolico italiano. I [[Moti di Milano (1898)|moti di piazza di Milano]] dimostrarono la “presa” delle idee socialiste sulle classi popolari; la repressione che ne seguì colpì indifferentemente socialisti e cattolici: anche questi ultimi furono infatti accusati di preparare un complotto insurrezionale contro lo Stato<ref>{{cita libro | nome= Domenico |cognome= Sgubbi| titolo= Cattolici di azione in terra di Romagna (1890-1904)| anno= 1973| editore= Galeati| città= Imola}}</ref>. Sulle associazioni dell'Opera si abbatterono i provvedimenti repressivi del governo: vennero soppressi 4 comitati regionali, 70 comitati diocesani, 2.600 comitati parrocchiali, 600 sezioni giovanili e 5 circoli universitari. Molti giornali vennero chiusi.<ref>{{cita|Invernizzi|p. 78|Invernizzi, 2002}}</ref> A Milano furono sciolti tutti i Comitati Cattolici (circolare 26 maggio 1898).
 
Nel [[1901]] [[papa Leone XIII]] pubblicò la ''[[Graves de Communi Re]]''. L'[[enciclica]] era rivolta a tutte le associazioni cattoliche. La Santa Sede chiarì che i laici dovevano impegnarsi nell'apostolato e non in politica. Nel [[1902]] il presidente dell'Opera dei Congressi, Giovanni Battista Paganuzzi, rassegnò le dimissioni.