Canonici regolari di Santa Croce di Mortara: differenze tra le versioni

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Il 13 giugno 1221, papa [[Onorio III]] introdusse i canonici di Santa Croce nel cenobio di [[basilica di San Pietro in Ciel d'Oro|san Pietro in ciel d’oro]] di [[Pavia]], in grave crisi e decadenza. Il preposito di Santa Croce, Palmerio, divenne preposito anche del monastero pavese. Nel 1228 [[Gregorio IX]] intimò ai priori di tutte le comunità moratariensi l’obbedienza all’abate della chiesa di [[basilica di San Pietro in Ciel d'Oro|san Pietro in ciel d’oro]], che doveva diventare la nuova sede generalizia dell’ordine mortariense (dagli anni trenda del XIII secolo non si userá più il termine di Mortariensis Ecclesia, ma di ordo). La volontá papale di trasferire il centro dell’ordine a Pavia creò non pochi disordini interni alla congregazione. L’abate di san Pietro godeva degli stessi privilgi del preposito di Santa Croce. Nel 1237 [[Gregorio IX]] ritrasferì a Mortara il centro della congregazione, conferendo al preposito i privilegi personali del pastorale e dell’anello.
 
I mortariensi possedevano un vastissimo patrimonio terriero e la loro opera fu molto importante anche per lo sviluppo dell'agricoltura, soprattutto nella sabbiosa terra di [[Lomellina]]. Facevano provenire dalla [[Valle d'Aosta]] le pietre per costruire le macine e hanno realizzato un primo sistema di irrigazione lomellino, su cui successivamente intervenì [[Leonardo da Vinci]], per la razionalizzazione delle acque territoriali. Del sistema di irrigazione mortariense, che attingeva l'acqua dall'[[Agogna]], non rimane oggi traccia.
 
== La decadenza ==