Età comunale: differenze tra le versioni

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== Descrizione ==
=== L'istituzione comunale ===
Quindi, con la rinascita delle [[città]]File:Xilografia nell'XIfrancese secolodella efine la ripresa delle attivitàdel Quattrocento.jpg|thumb|[[artigianato|artigianaliXilografia]], ifrancese nuovidella cetifine urbani si riunirono per liberarsi dai vincolidel [[feudalesimo|feudaliQuattrocento]] e dall'autorità [[impero|imperiale]], creando una nuova realtà politica: il Comune. Fu inevitabile che molte città cominciassero a svilupparsi come organismi autonomi, ponendo sotto il proprio controllo le campagne circostanti: questi nuovi organismi politici prendono il nome di Comuni, per l'appunto, e consistono in vere e proprie città-Stato, con leggi e magistrature indipendenti dalla soggezione ai grandi feudatari. In teoria, peraltro, le città non potevano essere del tutto autonome, poiché erano soggette a organismi più vasti: o appartenevano ai grandi feudatari o erano sotto il diretto controllo del [[re]] o dell'imperatore. Ma in pratica in alcune zone dell'Europa, come nelle Fiandre o nel nord-Italia, il potere dell'[[Sacro Romano Impero|Impero]] era debole e proprio in queste zone l'istituzione comunale poté svilupparsi.
[[File:Xilografia francese della fine del Quattrocento.jpg|thumb|[[Xilografia]] francese della fine del [[Quattrocento]]]]
{{Vedi anche|Rinascita dell'anno Mille}}
 
L'incremento demografico dell'anno Mille portò alla formazione di nuovi centri urbani e alla rinascita di quelli esistenti. Così, la città tornava a essere, come nell'antichità, il centro propulsore della società civile. All'interno delle mura vennero a convivere uomini di estrazione sociale molto diversa: contadini inurbati in seguito all'eccedenza di manodopera nei campi, feudatari minori che cercavano di sottrarsi ai vincoli verso i grandi feudatari trasferendosi in città, oltre che notai, giudici, medici, piccoli artigiani e mercanti. Questi costituivano per eccellenza la classe dei "borghesi", vale a dire di coloro che, non essendo nobili, traevano la propria prosperità dall'esercizio di arti o mestieri, avendo nella città il loro ambiente naturale.
 
Quindi, con la rinascita delle [[città]] nell'XI secolo e la ripresa delle attività [[artigianato|artigianali]], i nuovi ceti urbani si riunirono per liberarsi dai vincoli [[feudalesimo|feudali]] e dall'autorità [[impero|imperiale]], creando una nuova realtà politica: il Comune. Fu inevitabile che molte città cominciassero a svilupparsi come organismi autonomi, ponendo sotto il proprio controllo le campagne circostanti: questi nuovi organismi politici prendono il nome di Comuni, per l'appunto, e consistono in vere e proprie città-Stato, con leggi e magistrature indipendenti dalla soggezione ai grandi feudatari. In teoria, peraltro, le città non potevano essere del tutto autonome, poiché erano soggette a organismi più vasti: o appartenevano ai grandi feudatari o erano sotto il diretto controllo del [[re]] o dell'imperatore. Ma in pratica in alcune zone dell'Europa, come nelle Fiandre o nel nord-Italia, il potere dell'[[Sacro Romano Impero|Impero]] era debole e proprio in queste zone l'istituzione comunale poté svilupparsi.
 
Il Comune espresse quindi l'emancipazione dalla soggezione feudale, dando luogo a una profonda trasformazione sociale, caratterizzata dal rifiorire delle attività commerciali e dall'emergere della [[borghesia]].