Dirottamento dell'Achille Lauro: differenze tra le versioni
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{{C|Cifre di passeggeri ed equipaggio nonché rispettive nazionalità sono da verificare vista la discrepanza con altre fonti, da questo computo si consideri anche il fatto che la nave fu dirottata mentre la maggior parte dei passeggeri era a terra in escursione|storia|ottobre 2017}}
{{vedi anche|omicidio di Leon Klinghoffer|crisi di Sigonella}}
Il 7 ottobre [[1985]], mentre compiva una [[crociera]] nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], al largo delle coste [[Egitto|egiziane]], venne dirottata da un commando di quattro aderenti al [[Fronte per la Liberazione della Palestina]] (FLP): Bassām al-ʿAskar, Aḥmad Maʿrūf al-Asadī, Yūsuf Mājid al-Mulqī e ʿAbd al-Laṭīf Ibrāhīm Faṭāʾir. A bordo erano presenti 201 passeggeri e 344 uomini di equipaggio (78 portoghesi, tutti gli altri italiani)<ref name="MontanelliCervi"/>. I quattro terroristi erano partiti da [[Genova]] mentre la nave stava per salpare le ancore, ed erano muniti di passaporti ungheresi e greci<ref name="MontanelliCervi">{{Cita libro|autore=Indro Montanelli|autore2=Mario Cervi|titolo=L'Italia degli anni di fango|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=1993}}</ref>. All'ora di pranzo i quattro sbucarono sul ponte di comando armati di mitra
La sera stessa 60 incursori italiani del [[9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin"|Col Moschin]] arrivarono alla base militare di [[Akrotiri e Dhekelia|Akrotiri]], a [[Cipro]], pronti a intervenire, seguendo un piano sviluppato insieme all'[[Forze speciali|UNIS]] del [[Comando subacquei ed incursori|COMSUBIN]], presenti in fase di pianificazione. Si decise però alla fine la via diplomatica.
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