Enrico Berlinguer: differenze tra le versioni

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Il 7 giugno 1984 Berlinguer tenne un comizio a [[Padova]], sul palco di [[Piazza della Frutta]], in vista delle successive [[elezioni europee del 1984|elezioni europee]]. Durante l'intervento venne colpito da un [[ictus]] che lo costrinse a una pausa mentre si apprestava a pronunciare la frase {{Citazione|Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda.}}Pur palesemente provato dal malore, continuò il discorso fino alla fine, nonostante anche la folla, dopo i cori di sostegno, urlasse: «Basta, Enrico!». Alla fine del comizio rientrò in albergo,{{#tag:ref|«Berlinguer non fu portato subito in ospedale perché dopo aver vomitato disse di sentirsi meglio e attribuì il suo stato ad una specie di congestione. Sappiamo anche che il battito cardiaco era normale e che soltanto più tardi le sue condizioni sarebbero peggiorate tanto da rendere necessario il ricovero immediato».<ref>{{Cita|Albeltaro|p. 163}}.</ref>|group=N}} dove si addormentò sul letto della sua stanza, entrando subito in [[coma]]. Dopo il consulto con un medico, venne trasportato all'[[ospedale Giustinianeo]] e ricoverato in condizioni drammatiche. Morì l'11 giugno a causa di un'[[emorragia cerebrale]]. Il comunicato del sovrintendente sanitario affermò che il politico sardo era venuto a mancare alle 12:45.<ref name="morteBerlinguerRai">{{Cita|''Muore a Padova...''}}</ref>
 
Il presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]], che si trovava già a Padova per ragioni di Stato, si recò in ospedale per constatare le condizioni di Berlinguer. Fece in tempo a entrare in stanza per vederlo e baciarlo sulla fronte. Si impose, poche ore dopo il decesso, per trasportare la salma sull'aereo presidenziale, dicendo: «Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta».<ref name="morteBerlinguerRai" /> Commovente fu il suo saluto al funerale, il 13 giugno, al quale partecipò circa un milione di persone:<ref>{{Cita|''I grandi funerali della storia''}}.</ref> il presidente si chinò con la testa sopra la bara, baciandola tra gli applausi dei presenti. Sonori fischi, che ricambiavano quelli subiti da Berlinguer al congresso socialista, si levarono invece quando [[Nilde Iotti]] citò il presidente del Consiglio [[Bettino Craxi]],<ref>{{Cita|Sorgi}}.</ref> al quale precedentemente era stata impedita da Marco Berlinguer la visita al capezzale del padre.<ref>{{cita|Simonetta Fiori}}.</ref> Anche colui che era politicamente più distante da Berlinguer, il segretario del MSI [[Giorgio Almirante]], riconoscendone il rigore morale, partecipò al funerale.
 
Il corteo con la bara, accompagnato dalla musica dell'''[[Adagio in sol minore]]'' di [[Remo Giazotto]], sfilò dalla sede del PCI, in via delle Botteghe Oscure, a [[Basilica_di_San_Giovanni_in_Laterano#Piazza_di_Porta_San_Giovanni|piazza San Giovanni]], rendendo palese l'ammirazione che una larga parte dell'opinione pubblica italiana aveva nei confronti di Enrico Berlinguer.{{#tag:ref|Persino il segretario del [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|MSI]] [[Giorgio Almirante]] si recò a rendere omaggio al feretro dell'avversario, suscitando lo stupore della folla in coda per entrare nella camera ardente. A ricevere Almirante fu [[Giancarlo Pajetta]],<ref>{{Cita|Stabile}}.</ref> al quale venne dato l'incarico di pronunciare l'orazione funebre di Berlinguer.<ref>{{Cita|Fuccillo}}.</ref>|group=N}}
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Il PCI decise di lasciare il segretario capolista alle elezioni europee e chiese di votarlo in modo [[Plebiscito|plebiscitario]]. La consultazione, forse anche per gli eventi precedenti, segnò un grande successo del Partito comunista che, per la prima e unica volta nella storia, superò la DC, affermandosi come primo partito italiano (33,3% contro 33,0%): questo sorpasso è ricordato come dovuto all'"effetto Berlinguer". Precedentemente, con Berlinguer, il PCI nel 1976 aveva invece toccato il massimo storico dei suoi voti col 34,4%.<ref name="binstoria"/>
 
Per decisione della famiglia, secondo la volontà espressa alla moglie, Berlinguer è stato sepolto a [[Roma]] nel [[Cimitero di Prima Porta]], nonostante il Partito desiderasse che fosse tumulato al [[Cimitero del Verano]],<ref>{{Cita|Villoresi}}.</ref> nel mausoleo in cui già riposavano i dirigenti comunisti [[Palmiro Togliatti]], [[Giuseppe Di Vittorio]] e [[Luigi Longo]] e dove nel 1999 sarebbe stata sepolta anche [[Nilde Iotti]].<ref>{{Cita|''Il famedio...''}}</ref>
 
Soprannominato subito "il più amato" (a differenza di Togliatti che era "il migliore"), Berlinguer ebbe come successore alla guida del PCI [[Alessandro Natta]].<ref name="binstoria"/>