XXVIII Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica: differenze tra le versioni

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Nel corso dei lavori si delinearono tre piattaforme in aperto contrasto fra loro: quella "ufficiale", rappresentata dal Segretario generale [[Michail Gorbačëv]] e dai suoi sostenitori, quella "democratica" e quella marxista "ortodossa". Quest'ultima componente, conservatrice, contestava in particolar modo l'abrogazione dell'articolo 6, riconducendo ad essa la crescente crisi di carattere economico, interetnico e culturale che investiva il Paese. Di diverso avviso i democratici, che per bocca di [[Boris El'cin]] proposero la ridenominazione del PCUS in Partito socialdemocratico e la concessione della libertà frazione. L'assemblea respinse le richieste e El'cin utilizzò la tribuna congressuale per annunciare la propria fuoriuscita dal PCUS. Sul fronte dei conservatori si registrò il tentativo di eleggere [[Egor Ligačëv]] al ruolo di vicepresidente del partito, che tuttavia non andò in porto.<ref>{{cita|Eliseeva|pp. 346-347}}.</ref>
 
Il Congresso elesse il nuovo [[Comitato Centrale del PCUS|Comitato centrale]], composto da 412 membri, e la [[Commissione centrale di controllo del PCUS|Commissione centrale di controllo]], composta da 165 membri;<ref name=sprav>{{cita|''S"ezdy, konferencii, plenumy i zasedanija''}}.</ref> approvò inoltre la risoluzione programmatica proposta da Gorbačëv dal titolo "Verso un socialismo umano e democratico".,<ref>{{cita|Eliseeva|p. 346}}.</ref> che spostava il partito su posizioni ideologiche socialdemocratiche, sancendo la legittimità del pluralismo politico e dell'economia mista.<ref>{{cita|Eliseeva|p. 282}}.</ref>
 
== Note ==