The New York Times: differenze tra le versioni

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| ISSN = 0362-4331
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Il '''''New York Times''''' – spesso abbreviato in '''''N.Y. Times''''' – è un [[quotidiano]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] fondato a [[New York]] il 18 settembre 1851 da [[Henry Jarvis Raymond]] e [[George Jones (giornalista)|George Jones]] durante la [[presidenza di Millard Fillmore]].
Il suo editore è la [[The New York Times Company|New York Times Company]], che pubblica anche il ''[[The Boston Globe|Boston Globe]]'' e l'edizione internazionale del ''Times'', l’''[[International New York Times]]'' - in precedenza ''International Herald Tribune'' - edito a [[Parigi]], in [[Francia]]; presidente della casa editrice è Arthur Ochs Sulzberger, Jr., erede di una famiglia che detiene il possesso del quotidiano dal 1896.
 
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Il confronto NYT e WSJ ''online'' vede il primo raggiungere, nel mondo, 31 milioni di utenti unici al mese contro i 12 milioni del secondo.<ref>Fonte: Google.</ref>
 
Per conservare e migliorare il proprio primato, il Times ha affidato la direzione della ''Book Review'' ("Rivista dei libri") e dell'inserto culturale della domenica al conservatore [[Sam Tanenhaus]] ed ha assunto l'editorialista [[William Kristol|Bill Kristol]], di idee «[[Neoconservatorismo|neocon]]». Con Kristol gli editorialisti conservatori nel Times sono diventati due (il primo è stato [[David Brooks]]).
 
Oggi il grattacielo sede del NYT è al centro di una grossa operazione finanziaria, che ha l'obiettivo di reperire la liquidità necessaria soprattutto per azzerare l'indebitamento a lungo termine della casa editrice del quotidiano. Ventuno dei 52 piani dello stabile verrebbero acquistati per 225 milioni di [[Dollaro|dollari]] dal gruppo finanziario [[WP Carey]]. Trascorsi 10 anni, il ''Times'' potrà riacquistare parte dell'immobile alla stessa cifra incassata per il primo passaggio di proprietà. Nel frattempo pagherà un canone annuo variabile che, per il primo anno, ammonterà a 24 milioni.<ref>''Giornalisti'', rivista dell'ODG dell'Emilia-Romagna, gennaio-marzo 2009, pag. 24.</ref>
 
Il 5 gennaio [[2009]] il NYT ha per la prima volta venduto uno spazio pubblicitario sulla prima pagina, da sempre considerata lo spazio informativo più importante del giornale.<ref>Pubblicità sul Times - Articolo di La Repubblica http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/nyt-pubblicita/nyt-pubblicita/nyt-pubblicita.html</ref> Si tratta di una striscia a colori di 6&nbsp;cm, ceduta alla rete televisiva [[CBS]]. Nel [[2012]] è stata nominata per la prima volta una donna alla guida del quotidiano, [[Jill Abramson]], che ha mantenuto la guida del giornale fino al maggio [[2014]]. Attualmente il direttore è Dean Baquet.
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Com'è consuetudine nella tradizione giornalistica americana, anche il ''New York Times'' dichiara pubblicamente il proprio sostegno a un candidato alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America|Elezioni presidenziali degli Stati Uniti]]:
* Nel [[1860]] il quotidiano indicò agli elettori il candidato repubblicano, [[Abraham Lincoln|Abramo Lincoln]], dato per sfavorito, che invece vinse.
* Nel [[1940]] il NYT appoggiò il candidato repubblicano [[W. L. Willikie]], che perse contro [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]].
* Nel [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2004|2004]] il sostegno del quotidiano andò a [[John Kerry]], che venne sconfitto da [[George W. Bush]].<ref>Marco Contini, «La carica dei quotidiani per Obama», ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'', 25 ottobre 2008, pagg. 16-17.</ref>
* Nel [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2008|2008]] il sostegno del quotidiano andò a [[Barack Obama]], che vinse contro [[John McCain]].<ref>Marcello del Bono, «Il New York Times: Obama è la scelta giusta», {{cita web |url=http://blog.delbono.eu/new-york-times-obama/ |titolo=Copia archiviata |accesso=8 dicembre 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130522031755/http://blog.delbono.eu/new-york-times-obama/ |dataarchivio=22 maggio 2013 }}</ref>
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== Premi e riconoscimenti ==
Il quotidiano ha vinto più [[Premio Pulitzer|premi Pulitzer]] di qualsiasi altro giornale. Tra gli altri:
* nel [[2006]] il riconoscimento è stato attribuito a [[Nicholas D. Kristof]] per gli articoli che hanno portato all'attenzione del mondo il [[genocidio]] in atto nel [[Conflitto del Darfur]].
* nel [[2007]] lo ha vinto [[Andrea Elliott]] per gli scritti sull'[[immigrazione]] negli USA.
* nel [[2008]] il ''Times'' ne ha vinti due, assegnati rispettivamente a [[Walt Bogdanich]] e [[Jake Hooker]], per l'inchiesta sulla filiera farmaceutica (''Toxic Pipeline Series''), che ha svelato come ingredienti farmaceutici pericolosi siano entrati nel mercato globale a partire dalla [[Cina]], e [[Amy Harmon]] per la serie "L'età del [[DNA]]" (''The DNA Age''), che ha spiegato l'impatto delle tecnologie genetiche sulla vita delle società occidentali.
* nel [[2009]] ne ha vinti cinque, superando quota 100 (ne ha vinti 101 dal 1917 ad oggi).<ref>{{cita web|lingua=en|accesso=20 aprile 2009|url=http://www.nytimes.com/2009/04/21/business/media/21pulitzer.html?hp|titolo= The Times Wins 5 Pulitzer Prizes|editore=The New York Times Company}}</ref>