Ignazio Florio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 51:
Un’altra attività tradizionale di Casa Florio era quella enologica nello stabilimento di Marsala, iniziata in condizioni difficili da Vincenzo Florio fin dal 1832. Nei primi anni Settanta la domanda del vino marsala è in forte espansione e l’impresa agricola dei Florio arriva a disporre di una forza lavoro di 300 addetti, assumendo le dimensioni di un interessante complesso agro-industriale, dotato persino di un proprio molo per le operazioni di imbarco del prodotto.<ref name=":0" />
 
Il punto di forza della casa di commercio continua tuttavia a rimanere la [[Flotte Riunite Florio|compagnia di navigazione]]'', sebbene la depressione dell’economia mondiale iniziata nel 1873 avesse provocato il ribasso dei noli e costretto alla liquidazione diverse compagnie di navigazione, causando addirittura un decremento netto della flotta mercantile italiana tra il 1870 e il 1880. Florio era costretto a mantenere bassi i noli internazionali, mentre contemporaneamente aumentavano gli oneri fiscali a carico degli armatori italiani e la pressione della concorrenza estera, in particolare francese e austriaca. A ciò bisogna poi aggiungere il progressivo spostamento a livello mondiale dei servizi di viaggio e trasporto dalla nave al treno e la crescente specializzazione della nave nei collegamenti veloci intercontinentali e nel grande trasporto. Senza interventi governativi di sostegno, l’impresa marittima Florio sembra non avere le forze per superare la prevedibile crisi.
 
All’inizio degli anni Ottanta dell’Ottocento, un esame della situazione e delle prospettive future della marina italiana convince Ignazio Florio dell’opportunità di cedere alle ormai numerose sollecitazioni politiche – fra cui quelle di Francesco Crispi e Agostino Depretis – che lo spingono a esaminare una possibile fusione con la compagnia [[Raffaele Rubattino|Rubattino]]. L’integrazione delle due compagnie avrebbe creato un’unica grande flotta che, godendo della quasi totalità delle sovvenzioni statali, avrebbe potuto espandere i servizi liberi, soprattutto verso le Americhe, contando anche sull’appoggio finanziario del ''[[Credito mobiliare]]'', interessato alla fusione come azionista della compagnia ligure.<ref name=":0" />